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26 Maggio 2016

Giovani candidati a Torino: Federica Sergi

Della lista dei Moderati, è la prima di una serie di aspiranti Consiglieri Comunali con meno di 35 anni, di partiti e movimenti diversi, a cui rivolgiamo alcune domande

Ivan Lagrosa

Federica Sergi è candidata al Consiglio Comunale per i Moderati

Federica Sergi è candidata al Consiglio Comunale per i Moderati

A pochi giorni dal voto per le elezioni comunali siamo andati a intervistare cinque giovani candidati torinesi, ognuno rappresentante di un diverso schieramento politico. Attraverso domande uguali per tutti, vogliamo metterli a confronto per far conoscere i motivi che li spingono a fare politica e capire quali idee abbiano riguardo il futuro della città e dei più giovani.
Apriamo questa serie di interviste con Federica Sergi, 31 anni, laureata in Giurisprudenza e avvocato civilista a Torino con una particolare attenzione alle fasce deboli e alle famiglie. Dopo anni di impegno nella società civile e nella vita politica come cittadina ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni amministrative nella lista dei Moderati.

Come e quando ha cominciato a fare politica? Perché ha deciso, così giovane, di impegnarsi direttamente per la città?
«Ho cominciato a fare politica all’età di 15 anni, diciamo quindi che fa parte di quello che è il mio essere. A scuola sono stata rappresentate di classe e di istituto e con l’inizio dell’università ho cominciato a collaborare con alcuni candidati del centrosinistra sia nella campagna elettorale, sia negli uffici elettorali. Cinque anni fa mi chiesero per la prima volta di candidarmi ma rifiutai perché, da neolaureata in Giurisprudenza, ritenevo di avere poca consapevolezza di quello che fosse il mondo del lavoro e quindi anche delle esigenze, all’interno di quel contesto, di ogni cittadino. Ho detto di no però con la speranza che ci potesse essere in futuro una nuova proposta, arrivata in effetti poi da un altro partito, i Moderati, che conosco sin dalla loro nascita. Per quanto riguarda l’essere giovani, non vorrei usare questa parola perché comunque ho 30 anni e sono una professionista, un avvocato civilista che si occupa principalmente di diritto di famiglia e di tutela delle fasce deboli. Credo che l’obiettivo della mia candidatura possa essere riassunto nella volontà di svecchiare la nostra classe dirigente, portando all’interno del Comune la mia professionalità e le mie competenze».

La disoccupazione giovanile ha tassi elevatissimi in tutta Italia. Ci sono misure che possono essere prese anche a livello locale? Quali?
«A livello comunale si potrebbe senza dubbio utilizzare quello che è il nostro bilancio anche in favore dei giovani. Sarebbe interessante, per esempio, la riapertura o il potenziamento di alcune infrastrutture come l’archivio storico di Palazzo Reale, dove potrebbero lavorare dei giovani. Da una parte si incentiva un aspetto culturale, dall’altra si paga un giovane che viene così inserito gradualmente nel mondo del lavoro. Come ho scritto nel mio programma, credo inoltre fortemente che sia necessario creare una sinergia fra il Comune e i giovani imprenditori, andando a incentivare questi ultimi a promuovere attività di cui la città necessita in modo da creare sempre più posti di lavoro per giovani menti. Infine, sarebbe interessante portare a livello comunale un meccanismo di assunzioni che era attivo a livello regionale: la Regione e Intesa San Paolo finanziavano infatti piccoli contratti di tirocinio facendosi carico di una parte della busta paga del giovane e al termine del tirocinio il datore di lavoro era obbligato ad assumere la persona con un contratto di apprendistato di circa tre anni».

Settore economico a parte, c’è una battaglia a cui tiene particolarmente e che, nel caso venisse eletta, porterà avanti come priorità?
«Come avvocato civilista, sicuramente mi stanno molto a cuore le problematiche della famiglia e delle fasce deboli, intendendo sia i disabili che gli anziani. Più che di battaglie, secondo me è giusto parlare di impegni che vorrei assumermi se verrò eletta. Mi farei carico delle esigenze di queste persone ad esempio attraverso l’apertura o il rafforzamento di alcuni centri di aggregazione per anziani, mentre per aiutare le famiglie mi impegnerei ad aprire asilo nido notturni: questo aiuterebbe infatti i genitori turnisti ad accettare il lavoro di notte. Torino deve essere una città per tutti».

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