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30 Maggio 2016

Giovani candidati a Torino: Davide Maramotti

Studente 22enne della lista civica SiAmo Torino, è il terzo di una serie di aspiranti Consiglieri Comunali under 35 a cui rivolgiamo alcune brevi domande

Ivan Lagrosa

Davide Maramotti è candidato per la lista civica SiAmo Torino

Davide Maramotti è candidato per la lista civica SiAmo Torino

Davide Maramotti ha 22 anni, studia Scienze Internazionali, dello Sviluppo e della Cooperazione all’Università degli Studi di Torino ed è candidato al Consiglio Comunale con la lista civica SiAmo Torino, che sostiene il candidato Sindaco Guglielmo Del Pero.

Come e quando ha cominciato a fare politica? Perché ha deciso, così giovane, di impegnarsi direttamente per la città?
«Da qualche anno, verso la fine del liceo, ho cominciato ad appassionarmi alla sfera politica, economica e sociale. Ho letto tanto, ho ascoltato parecchi esperti e ho sviluppato una mia personale visione di questi mondi fondata sulla libertà individuale, scoprendo di condividerla con altri. Con alcune di queste persone ho deciso, quest’anno per la prima volta, di partecipare alla vita politica per apportare un deciso cambiamento verso un sistema più libero. Perché Torino? Perché da studente, seppur pendolare, è la città che più vivo e a cui più sento di appartenere. Perché voglio impegnarmi così giovane? Perché ogni giorno vivo i problemi della città, dal trasporto alla sicurezza. Non intendo rimanere indifferente rispetto a questi temi e problemi reali. Ho deciso di agire e di farlo candidandomi in lista con SiAmo Torino».

La disoccupazione giovanile ha tassi elevatissimi in tutta Italia. Ci sono misure che possono essere prese anche a livello locale? Quali?
«La disoccupazione giovanile è uno dei peggiori mali di questo Paese nel suo complesso. Per risolverlo si può e si deve agire soprattutto a livello locale. I passi per cercare di eliminare questo problema sono principalmente due: ridurre la pressione fiscale e cancellare per almeno tre anni le tasse comunali per le imprese che avvieranno nuove attività artigianali, turistiche o commerciali nella città e che assumeranno del personale. È estremamente necessario anche un abbattimento della burocrazia, che impedisce la realizzazione di micro imprese e start-up. L’obiettivo è rendere la Torino più “smart” in modo da creare un ambiente adatto per generare lavoro, ricchezza e benessere».

Settore economico a parte, c’è una battaglia a cui tiene particolarmente e che, nel caso venisse eletto, porterà avanti come priorità?
«Io sono un forte sostenitore della libertà individuale. La battaglia a cui voglio dare la priorità è una battaglia che già combatto tutti i giorni, cioè promuovere un cambiamento culturale tra i miei coetanei e i miei concittadini verso una mentalità, e una società, più libera. In diversi ambiti quotidiani non siamo veramente liberi di scegliere al meglio per noi e i nostri cari, indirizzati da leggi scritte e non scritte. Intendo lottare per garantire alla società il diritto di scegliere liberamente, tra responsabilità e opportunità. La battaglia che voglio portare avanti è, dunque, per i nostri diritti, per i diritti di tutti».

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