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29 Giugno 2016

Giovani stilisti crescono alla Torino Fashion Week

L’emozione di sfilare nella propria città e l’orgoglio del Made in Italy nelle parole di Antonino Salemi Garigliano per la prima Settimana della Moda sotto la Mole

Gemma De Bernardi

Lo stilista torinese Antonino Salemi Garigliano

Lo stilista torinese Antonino Salemi Garigliano

Nell’ex area industriale di corso Settembrini a Mirafiori prende vita per la prima volta quest’anno la Torino Fashion Week: fino al 3 luglio oltre 50 stilisti porteranno le loro creazioni in passerella. Digi.TO ha intervistato per voi Antonino Salemi Garigliano, torinese classe 1986, fashion designer emergente che ha aperto la kermesse con i suoi abiti dal taglio geometrico, costruiti e pensati per giocare con le proporzioni.

Tre aggettivi che descrivano il tuo essere stilista.
«Strutturato, consapevole, misurato».

Che cosa ti aspetti dalla Torino Fashion Week?
«È una grande sfida per Torino: non siamo abituati a vivere queste esperienze legate alla moda ma negli ultimi dieci anni la città ha vissuto un profondo cambiamento nel mondo dell’arte, dell’editoria, del cinema e della cultura in genere. La conferma dell’interessamento e della voglia di partecipazione dei torinesi nei confronti di questa prima edizione si sentiva già da settimane perché tutte le sfilate sono sold out e parliamo di circa 500 posti a sedere ogni volta. Per me è un onore poter presentare la prossima stagione finalmente nella mia città e all’interno di un evento ufficiale. Dopo solo due anni di attività ho avuto la fortuna di essere l’unico ospite italiano alla Riga Fashion Week nel 2014 e di essere inserito tra gli emergenti più interessanti del panorama italiano alla Milano Fashion Week nel 2015. Nel mio breve percorso ho affrontato già esperienze simili a questa, ma essere a casa propria accresce l’entusiasmo e spero di apportare un contributo qualitativo sulla base di ciò che ho potuto imparare altrove».

Da cosa deriva la tua scelta di operare esclusivamente nel Made in Italy?
«Produrre in Italia è sinonimo di garanzia, cura del dettaglio e qualità inimitabili. Il vero spunto di riflessione sarebbe quello di riuscire a far rientrare il consumatore in contatto con un prodotto che rispetti le esigenze del mercato e torni a dare credibilità al sistema moda italiano attraverso la tracciabilità garantita. Gli stimoli che si possono trarre da questo interscambio aumentano la capacità di avere una visione molto più aperta sul mondo creativo e non solo. Sicuramente essere italiano per questo settore è una fortuna e un privilegio, perché nonostante la continua delocalizzazione delle produzioni siamo ancora un popolo stimato per la nostra grande capacità artistica e artigianale».

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Categorie: Cultura, Lavoro

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