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28 Luglio 2016

SpeedyBrick, i mattoni facili come i Lego

Un ingegnere aostano ha brevettato dei moduli che si assemblano come quelli con cui si giocava da bambini, ma per realizzare pareti e manufatti

Andrea Di Salvo

Flavio Lanese è l'inventore dei mattoni SpeedyBrick

Flavio Lanese è l’inventore dei mattoni SpeedyBrick

Con ogni probabilità, molti dei nostri lettori da piccoli avranno passato ore montando e smontando interi mondi con i famosi mattoncini Lego. Un ingegnere di Aosta ha tradotto, con la dovuta prospettiva professionale, quei momenti di divertimento in un analogo fai-da-te per adulti. Flavio Lanese, 57 anni, ha infatti realizzato e brevettato gli SpeedyBrick, mattoni assemblabili con cui costruire – alla maniera dei Lego – manufatti all’interno delle case, ma non solo. Con un’anima d’acciaio e predisposti per il passaggio di cavi al loro interno, sono stati pensati per chi ha la necessità di eseguire lavori manuali senza soffrirne i disagi dovuti, per esempio, ai calcinacci.
Abbiamo intervistato il loro progettista per capire le potenzialità di questi mattoni e che cosa, in definitiva, ci possiamo costruire.

L’idea degli SpeedyBrick sembra a metà strada tra un approccio ingegneristico alle costruzioni e un vecchio sogno di bambino: quali necessità soddisfa?
«Il progetto nasce sicuramente dalle reminiscenze del periodo infantile e adolescenziale, quando con i Lego potevo concretizzare le mie idee costruendo non solo le classiche casette per cui il gioco era stato concepito, ma qualunque tipologia di manufatto mi servisse, dai ponticelli per il trenino al labirinto per i criceti. Mediandone la versatilità con un approccio ingegneristico, i moduli SpeedyBrick sono concepiti per permettere anche al tipico padre di famiglia senza nessuna dimestichezza con i lavori manuali di realizzare una grande tipologia di manufatti, dalla tramezza interna per creare una stanzetta in più alla cabina armadio in camera da letto, dal ripostiglio sul balcone al box auto in cortile. Il tutto senza nessun impatto da cantiere come polvere, calcinacci o interruzione delle normali attività e con un approccio fai-da-te e quindi senza bisogno di manodopera esterna specializzata».

Quali altri vantaggi offrono rispetto a un laterizio normale? I loro punti deboli invece?
«Un altro vantaggio è costituito dalla reversibilità del sistema: i manufatti realizzati possono essere smontati, sempre senza impatto di cantiere, e i moduli riutilizzati per altre costruzioni. Inoltre i manufatti sono caratterizzati da cavidotti interni già predisposti per il passaggio dell’impiantistica elettrica, idraulica, eccetera. Un punto debole può essere costituito dal costo che, a seconda dei materiali e dei relativi processi industriali di produzione, potrebbe essere superiore a quello di una parete in laterizi tradizionali. Al momento questa è un’incognita anche per me, ma sono fiducioso che, almeno qualcuna delle molte possibili forme realizzative, possa essere commercializzata a un prezzo appetibile per gli utilizzatori».

Una domanda lecita è: ma reggeranno? Come ha affrontato le sfide ingegneristiche di un sistema modulare a incastro di questo tipo?
«Se il primo elemento su cui ho baricentrato il progetto è stato la semplicità di assemblaggio, il secondo è l’affidabilità. Da buon ingegnere meccanico, ho l’ossessione della resistenza strutturale e in effetti una delle caratteristiche del brevetto è quella di creare manufatti interamente attraversati da elementi in acciaio e che resistono ai carichi proprio come le strutture in cemento armato. Semplificando: a compressione collaborano l’acciaio e il materiale dei moduli, a trazione lavora solo l’acciaio. I manufatti così realizzati sono quindi anche antisismici».

Immaginare di costruire una casa con questi mattoni è un azzardo, ma la strada che intende percorrere è quella?
«Una delle caratteristiche più interessanti del brevetto è che non vincola né la dimensione né il materiale, o la loro stratificazione, per la realizzazione dei moduli. Questo permette di prevederne lo sviluppo in direzioni anche molto diverse tra loro, dalla versione per tramezze interne, magari in plastica, a quella per muri perimetrali portanti per edifici anche di notevole dimensione. Al momento sto lavorando proprio su nuovi prototipi per quest’ultima applicazione e ho ricevuto contatti anche dal mondo accademico per collaborare in questa direzione».

Esistono già dei concorrenti che hanno prodotto o prototipato mattoni modulari simili ai suoi: qual è il di più dei suoi Speedy?
«Premesso che guardo con simpatia e solidarietà ai colleghi impegnati su questo fronte, ritengo che ognuno abbia trasferito nelle diverse soluzioni il proprio personale bagaglio di esperienze e competenze professionali che vanno dall’edilizia tradizionale alla chimica, all’automazione dei processi, eccetera. I diversi sistemi sono stati quindi concepiti e ottimizzati per rispondere a esigenze diverse, il che non significa che uno sia migliore dell’altro. Il mio approccio si è riferito alla classica Scienza delle Costruzioni dell’ingegneria meccanica e alla mia esperienza nelle strutture in cemento armato. I punti forti di SpeedyBrick ritengo siano la contemporanea presenza di caratteristiche utili quali la reversibilità, l’armatura in acciaio resistente anche a compressione e la possibilità di scegliere il materiale che meglio si adatta alla tipologia di manufatto da costruire come legno, plastica, materiale composito, conglomerato cementizio, laterizio e altro ancora».

Lei che cosa ha già costruito con questi mattoni speciali?
«Con i prototipi che ho realizzato mi sono sbizzarrito a montare e smontare tramezze in ufficio, un ripostiglio completo, dei pilastri e alcune travi, analoghe a quelle in legno lamellare, in cui la resistenza a taglio invece che dalla colla viene assorbita dalle staffe costituite dai miei elementi di collegamento in acciaio».

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Commenti (2)

  1. Gianni Alloi ha detto:

    Possibile avere maggiori dettagli e info sui moduli in legno visti oggi 29 aprile 2017 in Linea Verde – Rai 1 ?
    Se si come.e dove ?

    Perché su internet trovo solo cose simili ma in plastica tipo Lego
    non esattamente quello visto in TV.

    Gianni Alloi

    • Silvia Bruno ha detto:

      Gent. Sig. Alloi, il nostro articolo risale allo scorso anno, dopo non ci siamo più occupati dell’argomento, quindi forse potrebbe cercare di contattare il Sig. Lanese, che avevamo intervistato? Un saluto

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