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20 Settembre 2016

Bestiario giovanile: hipster, pc-dipendente o studente in sessione

Tre tipologie di ragazzi che si incontrano senza difficoltà, dall’alternativo che ostenta i propri gusti ricercati al disperato universitario sotto esame

Stella Giorgio

A settembre le città si ripopolano e con esse ritornano le categorie in cui possiamo dividere la popolazione giovanile. I gruppi sono innumerevoli, separati per tratti esteriori, vocazione interiori e in costante cambiamento. A voi una breve descrizione di alcune specie viventi maggiormente diffuse: hipster, pc-dipendenti o studenti in sessione.

Un tipico esemplare di hipster

Un tipico esemplare di hipster

HIPSTERIA PORTALI VIA
Pantaloni aderenti, camicie abbottonate fino al mento, cappelli parabolici o bombette, occhiali dalle montature spesse, baffi all’insù o barbe da frati: questi i tratti caratteristici dei nuovi alternativi per eccellenza, gli hipster.
L’abbigliamento ricercato va accompagnato con un atteggiamento annoiato e saccente, ottimo per mostrarsi uomini e donne di un certo spessore culturale. Parliamo di alternativi dal cuore tenero: ascoltano i Sigur Ros, i Moderat, Lana del Rey e gli intramontabili Radiohead. Li hanno scoperti grazie a una playlist su Spotify e da allora non possono farne a meno, per questo girano la città a bordo delle loro biciclette vintage con grandi cuffie da ascolto. I racconti di Bukowski e la filosofia di Nietzsche illumina il loro cammino (“Ma poi chi è questo Nieschè? È quello col baffone stile Birra Moretti? Bukowski è russo, no?”).
Tra i doveri morali del giovane hipster rientra il rifiuto dei consumi di massa (così mainstream…), la continua e raffinata formazione di sé attraverso letture, musica ricercata e riflessioni da mostrare sui social e la coltivazione del proprio estro creativo: tutti possiamo essere poeti, fotografi, critici e musicisti! L’importante è crederci.

La soggettiva tipo di uno "sdraiato"

La soggettiva tipo di uno “sdraiato”

NETFLIX AND CHILL
Michele Serra li chiama “gli sdraiati”, i ragazzi 2.0 in perenne posizione supina. Alternano il letto al divano, sul petto reggono un pc portatile e a una distanza sempre minore di 30 centimetri il cellulare.
Il silenzio, l’avventura o la ribellione sono terre misteriose e inesplorate. Una festa con gli amici? Un viaggio senza meta? Assolutamente no! Meglio stare tranquilli e passare il sabato sera su Netflix in compagnia dell’ultimo episodio di Stranger Things e di una tavoletta di cioccolato nell’attesa che qualcosa di grande, prima o poi, nella loro vita accadrà.
Il risveglio domenicale dello “sdraiato” però è simile a quello di un temerario che la sera precedente è uscito con amici ed alle due di notte era fatto della stessa sostanza della sangria. Aperti gli occhi e posati i piedi sul pavimento, un placido senso di vuoto li invade allo stesso modo.

Uno dei motti degli studenti sotto esame

Uno dei motti degli studenti sotto esame

DIRE, FARE, STUDIARE
Gli studenti sotto esame sono una specie che nasce ogni anno a metà maggio per poi morire a ottobre, quando ricominciano le lezioni.
Il mantra che l’universitario si ripete ossessivamente in sessione è uno solo: devo studiare. Lo dice a se stesso, lo scrive sulla propria bacheca virtuale (adoperata da alcuni anche come esposizione della propria collezione di 30), lo riafferma quando qualcuno gli chiede cosa farà venerdì sera.
Non avendo risorse mentali e tempo per pensare a come riempire il frigo e a nuove ricette da testare, l’alimentazione di questa specie è costituita prevalentemente di pasta col tonno (minimo sforzo, massimo risultato) e di spritz, sacro intruglio che sancisce la conclusione di una giornata trascorsa in biblioteca con altri simili.
Pur passando mattine e pomeriggi sui libri, gli studenti sotto esame saranno sempre indietro rispetto ai propri programmi, temeranno la figura di una demonizzata assistente dai capelli rossi famosa per le domande più temute – quelle che vanno nello specifico – e saranno ancora una volta dilaniati da quel dubbio atavico che li perseguita dal primo esame: all’orale li porto i libri fotocopiati?

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Categorie: Cultura

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