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2 Novembre 2016

Trailer o l’arte di incuriosire

Cosa si nasconde dietro alle brevi clip che promuovono i film? Lo abbiamo chiesto a Francesca Sofia Allegra, giovane professionista del settore

Stella Giorgio

Un fotogramma del trailer di Perfetti Sconosciuti

Un fotogramma del trailer di Perfetti Sconosciuti

La prima impressione è quella che conta, quante volte lo avete pensato? Cercando una casa da dividere con nuovi coinquilini, in qualche primo appuntamento, all’inizio dei corsi del semestre. Oppure prima di scegliere un film, quando si guarda il suo trailer sul web. Cosa si nasconde dietro a quei pochi minuti che raccolgono l’essenza e lo spirito di un film, scene selezionate per suscitare curiosità e sedurre lo spettatore?
Abbiamo intervistato Francesca Sofia Allegra, classe 1985, professionista nel montaggio di trailer. Fra i suoi lavori più recenti le clip di Perfetti sconosciuti (di cui avevamo parlato qui), Le confessioni, La sedia della felicità e Tutta colpa di Freud. A lei abbiamo rivolto alcune domande alla scoperta della professione di “trailerista” e dell’arte di suscitare un’ottima prima impressione.

Come nasce il suo interesse per il montaggio e la regia e quale percorso formativo ha seguito?
«Il mio interesse è nato guardando film, come credo accada a tutti quelli che vogliono entrare nel mondo del cinema. Quando ero piccola mi piaceva molto scrivere e pian piano mi sono appassionata alla scrittura per immagini e alla possibilità di manipolazione e costruzione della narrazione attraverso il montaggio.
La regia non mi è mai interessata e credo che senza il confronto con un montatore sia difficile far uscire il meglio da un prodotto cinematografico. Ho studiato lettere e comunicazione ma credo fermamente che per attività che possono anche essere hobby non sia necessario studiare. Non siamo medici e la propria cultura deriva da formazione personale e passione».

Ci sono “regole auree” per la realizzazione di un trailer?
«Non credo ci siano, o meglio io non le seguo, credo che la sola regola debba essere quella di non svelare troppo e provare a suscitare grande curiosità. Ci sono dei trailer bellissimi per film mediocri e dà lì si intuisce che il ruolo del trailerista è determinante per il successo di un film».

Come sceglie la musica da accompagnare ai trailer?
«La scelta della musica è sempre molto complicata perché credo che abbia un ruolo fondamentale nel trailer. E per me sceglierla è una tragedia! Spesso passo più tempo a cercare la musica che a montare. Purtroppo o per fortuna la musica ha un costo e a seconda del modo in cui si vuole lanciare il film viene fatta una scelta. Di certo la via più immediata sono le musiche del film, ma spesso non sono adatte. Se ho a disposizione tanto budget provo a usare anche pezzi famosi, se ne ho meno ma voglio mantenere alta la qualità utilizzo la Library Universal Publishing and Production Music, che è infinita».

Quale consiglio darebbe a un giovane alle prime armi interessato a questo tipo di lavoro?
«Imparare un software non vuol dire saper montare. Osservare quello che ti circonda e il tempo della vita sono le sole cose che aiutino in questo lavoro. Per fare gavetta consiglio di bussare alle porte di piccole distribuzioni che hanno traileristi interni e iniziare facendo le riduzioni e gli spot dei trailer lunghi. La verità è che come ogni cosa la bravura ha senso solo se ti viene data l’occasione di dimostrarla ed lì che non si deve sbagliare!».

 

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Categorie: Lavoro

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