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4 Novembre 2016

Scienz(i)a.TO: lo scarabeo misterioso

La nostra rubrica scientifica torna oggi con un insetto quasi introvabile, i problemi tecnici del lander su Marte e la ridefinizione delle unità di misura

Andrea Di Salvo

Il misterioso scarabeo trilobite

Il misterioso scarabeo trilobite

L’INSETTO INTROVABILE
L’entomologia, la scienza che studia e classifica gli insetti, riserva ai suoi studiosi un grattacapo da circa 200 anni, riguardante uno scarabeo della famiglia Platerodrilus che vive principalmente in India e nel Sud-est asiatico.
Si tratta di un insetto dal curioso aspetto preistorico, simile a quello dei trilobiti, artropodi marini ormai estinti, ma nonostante ciò sono comparsi “solo” 47 milioni di anni fa (quindi 200 milioni di anni dopo l’estinzione dei trilobiti stessi). Questo scarabeo si presenta in diverse specie, ha un esoscheletro che può essere rosso, verde o nero con i bordi arancioni ed è anche in grado di ritirare la testa come le tartarughe.
La peculiarità è che quasi certamente si troveranno solo larve di femmine. Come fa quindi a riprodursi? Nel 1922, Eric Mjoberg, uno zoologo svedese, si mise a studiarlo raccogliendone diversi esemplari nel Borneo. Dopo diversi giorni, notò che una larva aveva concluso una muta diventando un’adulta e iniziando a deporre uova che purtroppo, in assenza di un maschio, rimasero infecondate. Mjoberg riprovò nuovamente l’anno successivo avvalendosi dell’aiuto dei locali. Uno di questi riuscì a trovare una coppia di insetti colti in flagrante: il maschio però era decisamente diverso dalla femmina, con le ali nere e grande un decimo di lei.
Ancora oggi è difficile stabilire se appartengano alla stessa specie senza un’analisi del Dna: bisogna tenere conto che un altro maschio è stato trovato solo nel 1993. Con una media di circa 2 maschi ogni 200 anni, la caccia a questi insetti così riservati è aperta più che mai!

Illustrazione del lander Schiaparelli su Marte

Illustrazione del lander Schiaparelli su Marte

PROBLEMI TECNICI PER IL DIMOSTRATORE DELL’ESA
Ne avevamo parlato a marzo, quando la prima missione del programma ExoMars era partita alla volta di Marte. Dopo circa sette mesi di viaggio, l’orbiter TGO (Trace Gas Orbiter) – cioè il modulo orbitante – si è sganciato dal lander Schiaparelli. Quest’ultimo sarebbe dovuto scendere nella debole atmosfera marziana, aprire il proprio paracadute, attivare in seguito i propri retrorazzi e infine atterrare sulla superficie del pianeta. Purtroppo, dopo sei minuti di attesa pieni di ansia dall’inizio delle manovre, si sono persi i contatti con il lander. Cosa è successo?
Una foto in alta risoluzione scattata il 25 ottobre dal Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa mostra i dettagli dell’area dove Schiaparelli si è, con ogni probabilità, schiantato. Dalle prime analisi dei dati a disposizione, sembrerebbe che il computer di bordo abbia spento i retrorazzi dopo appena 3 secondi dalla loro accensione. Si tratta di un tempo decisamente troppo breve per avere permesso alla sonda di passare dai 21.000 km/h della sua entrata in atmosfera ai 10 km/h previsti per il suo touchdown.
Un fallimento dunque? Approfondiremo la risposta in un articolo dedicato, ma la risposta è no. Il TGO si è inserito correttamente nell’orbita prevista e rimarrà attivo almeno fino al 2022, periodo nel quale monitorerà l’atmosfera marziana con la strumentazione scientifica a bordo per cercare evidenze di gas di importanza biologica, come metano o suoi derivati. Inoltre lo scopo principale del lander Schiaparelli era testare le tecnologie per l’atterraggio e la collezione di dati raccolti sarà utile per la pianificazione delle future missioni del programma spaziale europeo.

Nel

Fra due anni ci sarà una ricalibrazione delle misure

UPGRADE PER LE UNITÀ DI MISURA
Nel 2018 le unità di misura del Sistema Internazionale, quindi i familiari chilogrammo, metro, secondo ecc., subiranno un upgrade raggiungendo un livello di accuratezza superiore. Questo sarà possibile grazie alla loro ridefinizione a partire da sette costanti fondamentali della natura che sono quantità misurate nel modo più preciso conosciuto. Così, il chilogrammo sarà definito dal valore della costante di Planck, in combinazione con le definizioni di metro e secondo. Questi ultimi due già si basano rispettivamente sulle costanti della velocità della luce e sulla frequenza di emissione di un atomo di Cesio.
Cambierà qualcosa al reparto frutta del supermercato sotto casa? No, questa maggiore accuratezza sarà necessaria a misure di tipo scientifico nelle quali anche piccolissime variazioni dalla definizione delle unità di misura possono causare problemi.

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Categorie: Tecnologie

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