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19 Gennaio 2017

Esa Abrate, la pace si costruisce con la musica

Vive a Rivoli il giovane direttore d’orchestra nominato Alfiere della Repubblica da Sergio Mattarella per i suoi meriti nella promozione della solidarietà fra i popoli

Ornella Darova

Esa Abrate premiato da Mattarella

A 18 anni non è da tutti essere premiati dal Presidente della Repubblica. È quanto accaduto a Esa Abrate, nato in Africa e adottato da una famiglia a Rivoli, nominato a dicembre Alfiere della Repubblica da Sergio Mattarella per la sua attività di direttore d’orchestra. Nello scorso aprile ha diretto quattro ensemble con 200 ragazzi per dire no alla mafia nella chiesa di San Nicolò l’Arena di Catania; inoltre fa parte del gruppo torinese Pequenas huellas, che attraverso la musica propone progetti per avvicinare giovani di tutto il mondo ai temi della pace e della solidarietà.

Com’è stato per te il giorno della consegna dell’onorificenza a Roma?
« È stata una giornata emozionante. In quella occasione ho avuto modo di conoscere gli altri Alfieri, ragazzi straordinari che provenivano da tutta Italia. Quando hanno chiamato dal Quirinale, ho pensato fosse uno scherzo. Non è certamente una cosa che capita tutti i giorni».

Qualcuno ti ha insegnato ad amare la musica, o è totalmente innato in te?
«Sono stato adottato a 7 anni e mezzo. Già allora ripetevo sempre a mia madre che avevo “la musica in testa”. Ma a quell’età non avevo ancora la consapevolezza di sapere che cosa fosse uno strumento. Con la chitarra è stato amore a prima vista, mi sono subito innamorato. Poi ho cominciato a prendere lezioni. Anche le mie maestre della scuola primaria mi hanno sempre incoraggiato a suonare».

Come vedi il tuo futuro?
«Di sicuro, nel mio futuro vedo la musica, da sempre. Seguo due vie parallele. Da una parte, vorrei entrare in Conservatorio e diplomarmi in chitarra. Nel frattempo, tuttavia, mi piacerebbe seguire l’altra mia grande passione: la direzione d’orchestra. Ho conosciuto tempo fa a Barcellona Pablo Gonzàlez, che mi ha spiegato che cosa significasse davvero essere un direttore d’orchestra. È nata così una grande passione, che è cresciuta anche grazie a Pequenas Huellas. Vorrei seguire questo percorso e vedere dove mi porterà».

 

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