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14 Settembre 2017

Se a tatuare è una donna

In occasione della Torino Tattoo Convention che inizia domani al Palavela, tre professioniste raccontano la propria esperienza in un settore in grande espansione

Silvia Bruno

Un tatuaggio di Simona D’Agostino

Quando si pensa a uno studio di tatuaggi, a chi li fa per professione, spesso si pensa a un settore prettamente maschile, mentre negli ultimi anni è cresciuto molto il numero delle tatuatrici. Per averne conferma ne abbiamo incontrate tre che saranno presenti alla Torino Tatto Convention, in programma al Palavela da domani a domenica, con oltre 340 tatuatori provenienti da tutto il mondo.

MOLTISSIME DONNE
«Sicuramente in origine e per molto tempo a tatuare erano solo gli uomini. Solo in anni recenti le donne hanno iniziato ad affermarsi in questo campo, ma oggi le tatuatrici sono tantissime ed esistono anche eventi interamente dedicati a loro». A parlare è Simona Cordero, 32 anni di Pianezza, che dal 2015 ha deciso di far diventare questa sua passione una professione: «Sono sempre stata affascinata dai tatuaggi, fin da quando ero piccola. All’età di 14 anni ho lavorato tutta l’estate per poter fare il mio primo tatuaggio». Anche per Vanessa Corsale, 33 anni e capelli turchini, palermitana di nascita ma romana d’adozione, si tratta di un amore nato anni fa e legato a quello per l’arte. «Le donne in questo campo ci sono sempre state – dice – indubbiamente oggi sono di più e molte sono bravissime».
A questo punto potrebbe sorgere il dubbio che sia più difficile per una tatuatrice affermarsi, ma Vanessa la pensa diversamente: «Se sei brava e professionale ce la farai di sicuro, come in ogni campo per emergere devi fare la differenza e dimostrare quanto valgono i tuoi lavori». «Può essere difficile perché siamo tantissimi in generale – aggiunge Simona – quando ho iniziato mi sentivo come l’ennesima che ha deciso di tatuare».

 

Un tatuaggio di Simona Cordero

UGUALE APPRENDISTATO, NESSUN PREGIUDIZIO
Per tutte l’avvicinamento alla professione corrisponde a un percorso di apprendistato in uno studio, imparando attraverso l’osservazione e la pratica: «L’importante è avere dei “maestri” validi, anche se tutto è in continua evoluzione e non si smette mai di imparare» dice Simona D’Agostino, 31 anni di Napoli, che invece è arrivata fino a qui partendo dalla passione per il disegno, a cui si è aggiunta quella per i tatuaggi grazie a un’amica che iniziava a lavorare nel settore.
Esistono pregiudizi nel farsi tatuare da una donna? Lei pensa di no: «Mi è capitato invece di sentire da qualcuno preferire una tatuatrice rispetto a un tatuatore, convinto che una donna possa avere una mano più leggera. Ovviamente non è vero perché la tecnica è sempre la stessa». Anche Vanessa è d’accordo: «Alla gente non interessa che tu sia uomo o donna. Vogliono solo un bel tatuaggio».

RICHIESTE STRANE
A volte qualche problema può presentarsi quando i clienti vogliono farsi tatuare determinati soggetti. Fortunatamente le richieste strane non sono all’ordine del giorno, ma possono capitare. Simona D’Agostino ne ricorda alcune: «Una volta un ragazzo di colore mi chiese se potevo tatuarlo utilizzando solo l’inchiostro azzurro, mentre un altro voleva che gli tatuassi sul braccio le parti intime maschili con la scritta “mamma”: in questi casi la risposta è “no”». «Sì in effetti quando credi di aver sentito la richiesta più strana c’è sempre qualcosa di ancora più bizzarro che devi ancora sentire – aggiunge Vanessa – ad esempio a me hanno chiesto di tatuare un gabinetto… ».
Simona Cordero è stata più fortunata: «Devo dire che per ora non ho ricevuto richieste strane, ma sono sicura che prima o poi arriverà il giorno in cui succederà. Davvero non si smette mai di imparare e di meravigliarsi con i tatuaggi».

 

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Categorie: Lavoro

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