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22 Marzo 2018
Sità Scotè, le storie dei torinesi in musica
Vite, parole e note: cosa succede quando tre amici coinvolgono degli artisti per raccontare i quartieri della città, in un progetto che ora cerca il sostegno del crowdfunding
Alice Dominese
Un progetto che racchiude in sé un album musicale e un documentario: il primo comprende sette brani che raccontano spaccati di vita e scorci dei quartieri torinesi, il secondo illustra per immagini e interviste il percorso degli artisti coinvolti insieme ai personaggi che hanno ispirato le loro canzoni. Tutto questo è Sità Scotè.
L’IDEA
L’iniziativa nasce dalla convergenza delle passioni di tre amici: quella di Giorgio di tradurre in immagini le emozioni, quella di scrivere progetti di Vittorio e la voglia di raccontare di Gabriele. A legarli, la musica e la convinzione di poterne fare uno strumento per provocare la curiosità del pubblico sulle storie di chi popola la città. «Il desiderio è di rendere accessibili degli incontri che ci sono rimasti impressi, promuovendo i giovani artisti e attirando l’attenzione di quanti non conoscono i temi che abbiamo cercato di affrontare» spiega Vittorio, laureando in Educazione Professionale.
«Per tutta l’estate abbiamo pensato a come concretizzare la nostra idea – aggiunge Gabriele, studente del liceo classico – Alla fine abbiamo partecipato al bando AxTo del Comune di Torino e, dopo essere stati selezionati, abbiamo chiesto a cantanti emergenti e affermati di esprimere in musica gli incontri da noi proposti».
LE STORIE
Da Bianco a Eugenio Cesaro, dal rapper Lince alla Sweet Life Society – per citare alcuni dei partecipanti più conosciuti – 14 artisti sono stati così invitati a scrivere in coppia una canzone frutto delle chiacchierate con gli abitanti scelti dei quartieri San Paolo, Vallette, Borgo Vittoria e Nizza Millefonti.
Le testimonianze sono tante. C’è quella di Roxana, una signora del Perù ristoratrice da anni in zona San Paolo; quella di Diego, educatore che a Madonna di Campagna ha realizzato un’area verde come spazio educativo per Neet, acronimo per indicare i disoccupati non iscritti all’università né ad attività formative; la storia di Prince, arrivato dal Congo per studiare architettura, ma che ha scelto di diventare mediatore linguistico e adesso aiuta i ragazzi immigrati nel centro di accoglienza di Cavoretto; quella di Franco, attore e regista di spettacoli teatrali con i carcerati delle Vallette.
GUARDARE AL FUTURO
Queste e altre storie sono diventate le canzoni e le composizioni che il collettivo di Sità Scotè sta portando in giro per le scuole superiori, in vista del concerto che si terrà il 14 maggio al Jazz Club. «Abbiamo pensato anche di creare un documentario che permetterà di esplorare visivamente i quartieri e di riportare le testimonianze di persone che non sono entrate a far parte delle canzoni – dice Giorgio, studente di Cinema a Milano – Gli intervistati sono tutti under 30 e ciò che ci ha colpiti è quanto siano legati al territorio in cui vivono».
Il 19 marzo Sità Scotè ha lanciato quindi su Eppela il crowdfunding per finanziarsi: «Ci piacerebbe perfezionare il format e portare avanti la nostra idea anche nei prossimi anni» aggiunge Vittorio. Se la musica scandisce le vostre giornate e credete che Torino abbia tanto da raccontare, allora non vi resta che mettervi in ascolto di questo progetto.