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27 Marzo 2018

Un Mausoleo a 33 giri

Nel Pantheon dedicato alla Bella Rosin fino al 22 aprile una mostra alla scoperta delle copertine dei dischi che hanno fatto la storia del rock

Luca Ferrua

Un pannello della mostra Un Mausoleo 33 giri

Poggia il disco sul piatto, imposta la velocità su 33 e abbassa il braccio. Quella del vinile è una passione alla ribalta, specie fra i giovani, e per rendergli omaggio l’associazione Assemblea Teatro ha organizzato la mostra Un Mausoleo a 33 giri: fino al 22 aprile, in zona Mirafiori, è possibile assistere a un evento nato per omaggiare il classic rock attraverso oltre 500 copertine originali di album che sono passati alla storia fra gli anni ’60 e gli anni ’80 .

UN’AMBIENTAZIONE SUGGESTIVA
La location è stata scelta con cura: il Mausoleo della Bela Rosin è evocativo non solo per la sua pianta circolare come il piatto del giradischi, ma anche per la sua natura stessa. Una tomba (costruita dai figli dell’amante ufficiale di Vittorio Emanuele II, Rosa Vercellana, soprannominata appunto in piemontese Bela Rosin), come quella simbolica in cui dovrebbe trovarsi un formato datato come il vinile, diventa invece un luogo di culto volto a celebrarne le origini e l’evoluzione.
L’esposizione in sé è molto semplice e spartana: 16 pannelli sospesi su di un’intelaiatura in ferro. Ma l’effetto che si ottiene camminando attraverso centinaia di album cellofanati è quello di una totale immersione in un mondo lontano, in cui musicisti e grafici collaboravano per realizzare opere d’arte dal forte impatto visivo.

UN PERCORSO MULTISENSORIALE
Nel suo piccolo la mostra è ben organizzata: invece di un semplice ordine cronologico i vari pannelli sono infatti divisi per aree tematiche che suscitano interesse nello spettatore accompagnandolo attraverso particolari aneddoti. Tra essi troviamo ad esempio le copertine divenute famose per l’uso del bianco e nero come Led Zeppelin, l’album dell’omonima band britannica del 1969, o quelle realizzate da famosi artisti e fumettisti: News of the World (Queen, 1977) disegnata dall’artista fantascientifico Frank Kelly Freas o il recentissimo La curva di Lesmo (2015), su cui troviamo Valentina del nostrano Crepax.
Superando la copertina psichedelica di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles e quelle censurate come la versione britannica di Eletric Ladyland della band di Jimi Hentrix, arriviamo infine agli ultimi pannelli con gli album in cui gli artisti hanno posato in prima persona. Qui possiamo ammirare il profilo di Lucio Dalla sul suo Emozioni o l’iconico Deep Purple in Rock (1970), che con i volti della band scolpiti sul monte Rushmore ha aperto la strada al genere hard rock.
Quella che ci troviamo di fronte è un’interessante esposizione audiovisiva (è infatti possibile noleggiare delle cuffie per ascoltare alcuni brani) nata da una collezione privata, e nonostante la posizione decentrata e il suo orario ristretto (dalle 14.30 alle 17) merita sicuramente una visita.

 

 

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Categorie: Musica

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