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31 Maggio 2018

Kiki House of Savoia: la ball culture di casa nostra

È nato il primo gruppo torinese che si rifa al movimento nato a New York negli anni ‘60: scopriamo meglio di cosa si tratta e conosciamone i protagonisti

Giovanni Mauriello

La Kiki House of Savoia

I Savoia sono tornati, ma questa volta non indossano una corona, ma tacchi, vestiti glitterati e trucco. Tranquilli, questo non è un articolo delirante, bensì un’occasione per conoscere la Kiki House of Savoia, ovvero un gruppo di giovani torinesi che, in omaggio alla ball culture, ha creato una vera e propria famiglia pronta a competere con le altre House su scala internazionale. Ma di cosa si tratta, esattamente? Scopriamolo insieme.

COS’È LA BALL CULTURE
Per scoprire le origini della ball culture dobbiamo spostarci negli Stati Uniti e fare un viaggio nel tempo che ci conduce direttamente agli anni ‘60, quando nel quartiere Harlem di New York si riuniva quello strato della società che di giorno veniva messo in un angolo: parliamo anzitutto di neri, latini, omosessuali e transessuali. Per loro le piste da ballo (ballroom) diventavano dei veri e propri luoghi protetti in cui dar vita a competizioni (ovvero, appunto, delle ball) tra persone raggruppate in “famiglie” (quindi house). Il gergo non è casuale perché queste persone condividevano tutto, non solo la preparazione in vista della gara.
La competizione – anche detta funzione – era ed è ancora un momento cruciale e piuttosto complesso: le categorie sono moltissime e spaziano dal ballo (è qui che nasce il vogueing, riutilizzato poi da Madonna nella sua celebre canzone Vogue) fino alle runway, ovvero delle sfilate in cui i concorrenti devono adeguarsi ad alcuni specifici dettami (come ad esempio Fashion, in cui l’obiettivo è mostrare alla giuria il proprio vestito o accessorio, o Face, categoria nella quale tutta l’attenzione è riposta nella valorizzazione del viso) e far sì che emerga tutta la propria personalità.

E A TORINO?
In Italia il percorso è stato nettamente più lento, ma la curiosità per questa cultura ha iniziato a farsi spazio anche in casa nostra: «Specie negli ultimi anni – ci dice Matteo, il fondatore della Kiki House of Savoia, prima e unica finora sul territorio torinese – c’è un interesse per la ball culture, ma a differenza degli altri Paesi l’attenzione resta ancora troppo concentrata sulla danza, quando in realtà l’origine e i connotati di questa realtà sono molto più ampi. All’estero, anche solo a Parigi, è tutto molto più vitale e sentito».

La loro parte, in ogni caso, la stanno facendo: nata nel 2016, la Kiki House of Savoia lo scorso ottobre ha organizzato la prima Function (competizione) al Club Supermarket di Torino, un vero e proprio successo sia di pubblico che di adesioni da parte di altre House provenienti da tutto il mondo. Inoltre, durante l’ultima edizione del Lovers Film Festival è stato dedicato loro un evento speciale, durante il quale è stato proiettato il cortometraggio Savoia che li vede protagonisti, realizzato dall’associazione culturale Elvira.
Non resta quindi che tenersi aggiornati sui loro prossimi eventi seguendo la pagina Facebook e augurare loro buona fortuna.

 

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Categorie: Cultura

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