Home » Cultura » Festival delle Colline, inizio strepitoso con la Trilogia sull’Identità

4 Giugno 2018

Festival delle Colline, inizio strepitoso con la Trilogia sull’Identità

Abbiamo assistito all’inaugurazione con Peter Pan guarda sotto le gonne, Stabat Mater e Un eschimese in Amazzonia, scritti e diretti da Liv Ferracchiati

Giovanni Mauriello

StabatMater_FestivalColline

Un momento di Stabat Mater, secondo spettacolo della Trilogia sull’Identità

Ha preso il via venerdì il Festival delle Colline Torinesi, kermesse teatrale che proseguirà fino al 22 giugno quest’anno giunta alla sua 23a edizione.
A inaugurarla la Compagnia The Baby Walk, che al Teatro Astra ha portato in scena una trilogia sull’identità di genere scritta e diretta da Liv Ferracchiati, una delle voci emergenti più interessanti del panorama italiano.

PETER PAN CHE NON VUOLE CRESCERE
Il primo dei tre spettacoli si intitola Peter Pan guarda sotto le gonne e, oltre a gettare le basi per poter intraprendere un viaggio nella mente di una persona transgender, sembra essere una sorta di istantanea di un ricordo d’infanzia: lo spettatore ha l’impressione di avere accesso privilegiato alla vita di una bambina – o, almeno, quella che apparentemente sembrerebbe esserlo – con i suoi giochi, i suoi spazi, il suo rapporto con la famiglia e con le prime amicizie. C’è qualcosa che la turba, però, e anche se né sua madre né suo padre vogliono ammetterlo, quel turbamento ha un nome e si chiama disforia di genere. Proprio come Peter Pan, la protagonista di questo spettacolo non vuole crescere: rifiuta la femminilità che, pian piano, si impossessa del suo corpo e fa fatica a immaginarsi adulta, in un vestito e con i capelli biondi e lunghi.
Si tratta pur sempre di un’età in cui non è facile trovare i termini giusti per definire ciò che è dentro e attorno a sé; arriva allora in soccorso Tinker Bell, una fatina speculare a quella che nella favola aiuta Peter Pan. In questo caso, però, le risposte della fata – volutamente irriverenti e a tratti fastidiose – servono a svelare la reale identità della protagonista, accelerando quel processo di autodeterminazione che la porterà a realizzare di essere un bambino nel corpo di una bambina.

LA TRANSIZIONE COME QUESTIONE MENTALE
Nel secondo e nel terzo spettacolo si passa all’età adulta, anche se gli strascichi dell’infanzia, specie nel secondo episodio, continuano a farsi sentire.
Il rapporto madre-figlio è centrale in Stabat Mater, la storia di uno scrittore transgender che non riesce a strappare il cordone ombelicale che lo lega a una madre onnipresente (anche in termini scenici: è di fatti perennemente proiettata su uno schermo alle spalle degli attori) e per la quale prova un intenso amore che non riesce però a tradursi in totale onestà. Tra amori, psicoanalisi e poesia – perché di questo si tratta: la scrittura di Liv Ferracchiati è così raffinata e intensa da rientrare a pieno titolo nella categoria della poesia – questo cordone si stringe e si allarga per poi costringere i due personaggi, madre e figlio, a un’unica e finalmente autentica telefonata.
In Un eschimese in Amazzonia è invece il rapporto tra una persona transgender e la società a essere preso in analisi: la massificazione è rappresentata da un coro e dal suo esprimersi all’unisono; l’eschimese prova a parlare la stessa lingua del coro, sebbene il limite non sia suo, ma dato dalla prospettiva vincolata a una norma arbitraria appartenente alla società, che sa concepire l’identità unicamente come binaria: maschio/femmina, eterosessuale/omosessuale, sesso/genere.

UN EVENTO IMPORTANTE
Uscendo dal teatro si ha l’impressione di aver assistito a un evento importante, per ragioni sono molteplici. Non è solo il trattamento intelligente di tematiche delicate, ma anche la cura della messa in scena, la preparazione eccezionale degli attori e delle attrici sul palco, nonché la scrittura a tratti dolce, a tratti dura, volgare, violenta, delicatissima dell’autrice. Nessuna aspettativa è stata disattesa e anzi, questa trilogia si conferma un bellissimo dono per il pubblico.

 

Tag: , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento