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6 Giugno 2018

Eye wants you! I giovani all’Assemblea di Strasburgo

Il racconto di quattro italiani sull’esperienza all’European Youth Event, che ogni due anni offre agli under 30 la possibilità di dialogare con i propri rappresentanti all’Europarlamento

Alice Dominese

Eye - European Youth Event

All’European Youth Event hanno partecipato 8.000 giovani

L’1 e il 2 giugno il Parlamento di Strasburgo ha aperto le porte a 8.000 giovani europei per discutere sul futuro dell’Unione. Fra panel di confronto, workshop e performance artistiche, il programma ricchissimo dell’European Youth Event (Eye) ha permesso a ragazzi e ragazze fra i 18 e i 30 anni di incontrare gli europarlamentari e formarsi su tematiche come rivoluzione digitale, equità economica, rafforzamento comunitario, sicurezza globale e protezione del pianeta, fino a realizzare delle proposte concrete per lo sviluppo dell’Unione.
Dei 734 partecipanti italiani, ne abbiamo intervistati quattro, che ci hanno raccontato le proprie impressioni e il contributo offerto in questa due giorni intensa di protagonismo giovanile e interscambio di idee.

DIALOGO E FORMAZIONE
Alberto Bortolotti, 24 anni, di Milano, è arrivato a Strasburgo con una delegazione degli Young European Socialists di cui fa parte: «I lavori si sono svolti a round fra piccoli gruppi di discussione, progressivamente uniti per presentare le proposte agli organizzatori. I funzionari sono stati estremamente disponibili a dialogare e ci è stato detto che quanto prodotto verrà portato all’attenzione degli altri europarlamentari. La cosa più interessante credo sia stata l’opera di sensibilizzazione rivolta alle prospettive europee, poco politica e più incentrata sulla progettazione dei grandi temi internazionali».
Graziana Martino ha 27 anni e all’Eye è arrivata su proposta del Comune di Martina Franca, in provincia di Taranto, dove lavora con i migranti all’interno dei progetti Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati): «Ho preso parte a incontri sull’impiego giovanile, sull’accesso ai diritti europei e a workshop dedicati all’immigrazione, dove il confronto è stato davvero fruttuoso perché i rappresentanti hanno investito molto sul nostro entusiasmo e sulle nostre competenze. Ci è stato chiesto consiglio su come migliorare le pratiche dell’accoglienza e ridurre le difficoltà, allo stesso tempo il dibattito è stato molto formativo».

INTERNAZIONALITÀ E NUOVE IDEE
Miriam Molinari, 22 anni, è anche lei di Milano: «L’Eye è stato sicuramente una fonte di ispirazione, perché conoscendo persone da tutta Europa capisci che alcune iniziative utilizzate altrove potrebbero funzionare anche da noi. Ho seguito panel sull’odio online contro il genere femminile e sul reddito di cittadinanza, all’esterno del Parlamento inoltre c’erano dei tendoni dove trascorrere le pause fra gli incontri: lì c’erano varie attività coinvolgenti, fra cui un gioco da tavola che spiegava la traversata dei migranti dalla Turchia all’Europa, l’ho trovato utile».
«Non è mancato lo scontro – racconta Mario Puglielli, 22 anni, originario della provincia di L’Aquila – In occasione di un’assemblea, infatti, un ragazzo catalano ha rivendicato l’autonomia della propria regione. Per il resto il dialogo è sempre stato molto equilibrato e il confronto fra le varie nazionalità straordinario, anche molto facile nella dinamica. Lo stesso Presidente Tajani ha detto che siamo riusciti a comunicare meglio fra noi giovani di quanto riescano loro nelle sedute europarlamentari. Io, ad esempio, ho partecipato alla redazione di una riforma della Costituzione europea verso una proposta federale».
Euroscetticismo o no, i lavori dell’Eye proseguiranno in autunno, quando alcuni rappresentanti della sessione estiva verranno ricevuti nuovamente a Strasburgo per presentarne lo sviluppo e ricevere i feedback. Stay tuned.

 

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Categorie: Intercultura

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