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27 Giugno 2018

L’Europa anticipa il lavoro che verrà

Quali saranno gli ambiti professionali con più sbocchi nei prossimi anni? La relazione annuale promossa dall’Unione Europea offre un’immagine nitida del futuro occupazionale del nostro paese

Mario Acciaro

Il rapporto Skills Forecast individua gli ambiti promettenti più importanti dei prossimi anni

Ogni anno il Cedefop (Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale) redige lo Skills Forecast, un documento che riassume l’evoluzione del mercato del lavoro con una previsione sulle qualifiche più richieste nel prossimo decennio.
L’Agenzia Ue ha come obbiettivo la definizione delle politiche europee in materia di istruzione e formazione professionale, contribuendo alla loro attuazione tramite l’innalzamento dei livelli occupazionali, tentando di raggiungere entro il 2020 un forse troppo ottimistico 75%.

LE OPPORTUNITÀ FUTURE
L’ultima analisi copre un periodo piuttosto ampio (fino al 2030) e, con le dovute cautele, rappresenta un importante suggerimento per i futuri lavoratori che possono così indirizzare al meglio le proprie scelte formative.
In Italia le previsioni sono rassicuranti nei riguardi di determinate categorie di lavoratori come ad esempio i professionisti nel settore del commercio, dell’insegnamento e della sanità. Contemporaneamente categorie meno specializzate, seppur in diminuzione, troveranno la loro nicchia nel mercato del lavoro, come gli operatori del settore alberghiero e i collaboratori domestici, complice l’aumento dell’età media.
Il futuro si prospetta comunque meno roseo del previsto: con oltre un terzo della popolazione (di cui soprattutto giovani) che può contare solo su qualifiche scarse o nulle e un abbandono scolastico in netta ripresa, la percentuale di disoccupazione è destinata ad aumentare per le fasce meno scolarizzate.

SKILLS FORECAST 2018
La drastica diminuzione dei lavori con qualificazione bassa traccia infatti un preoccupante disegno sul futuro lavorativo di molti giovani che hanno rinunciato, per scelta o necessità, ad avvalersi di un’educazione con un alto grado di specializzazione. Questa miriade di futuri disoccupati è destinata a contendersi un numero sempre minore di posti di lavoro, con l’inevitabile aumento di tensioni in ambito sociale.
L’apparente crescita del livello occupazionale nel nostro paese – che si stima gioverà di un aumento dello 0,5% annuo nella prossima decade con oltre un milione e mezzo di posti di lavoro in più – non deve far dimenticare la situazione complessiva, che va valutata in tandem con il calo fisiologico della forza lavoro (legato all’inesorabile calo delle nascite) e con la migrazione delle posizioni occupazionali verso un target con un livello di specializzazione medio o alto.
Meglio quindi avere chiara questa situazione fin da subito, per orientarsi con più consapevolezza verso scelte che influenzeranno il nostro futuro.

 

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Categorie: Lavoro

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