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24 Luglio 2018

Docenti universitari in sciopero, studenti in rivolta

Il punto sulla nuova protesta dei professori che rivendicano lo sblocco degli scatti di anzianità, mentre sul web cresce l’hashtag #giùlemanidagliappelli

Luca Ferrua

#giùlemanidagliappelli sciopero docenti

Gli studenti con l’hashtag #giùlemanidagliappelli

Dopo la serrata indetta durante la sessione autunnale dello scorso anno accademico, il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria ha annunciato un nuovo sciopero che colpirà la sessione esami estiva fino al 31 luglio.

I TRASCORSI
L’anno scorso oltre diecimila docenti universitari avevano aderito allo sciopero che fermò gli esami autunnali e anche questa volta in migliaia hanno già confermato la loro partecipazione. Il motivo, come si può leggere nella lettera di proclamazione, è il blocco dello scatto di anzianità.
Per chi non lo sapesse, la scuola è ancora uno dei pochi comparti pubblici ad aver mantenuto la progressione stipendiale per anzianità di servizio: con il passare del tempo un docente riceve un aumento lordo pari alla sua fascia di anzianità. Il problema nasce dal fatto che questo scatto è stato congelato per il quinquennio 2011-2015, uno scherzetto che durante un’intera carriera universitaria a un giovane docente potrebbe costare quasi 200mila euro.
Questo aumento è stato sbloccato a partire dall’anno 2016, ma per il professor Carlo Ferraro (docente al Politecnico di Torino e fondatore del movimento) è insufficiente e insieme a migliaia di colleghi chiede a gran voce gli scatti di anzianità del 2015 con il riconoscimento dei quattro anni precedenti.

LA PROTESTA
Lo scopo del movimento docente è anche quello di fare spazio ai giovani, dando un giro di vite al precariato. Tuttavia questa situazione crea enormi disagi soprattutto agli studenti: alcuni rischiano di perdere la borsa di studio, altri di dover rimandare esami a sbarramento, senza contare gli studenti che potrebbero essere costretti a rinviare la laurea pagando un semestre in più.
Proprio perché il diritto allo sciopero di alcuni non può danneggiare il diritto allo studio di altri, sul web si sta diffondendo a macchia d’olio la fotopetizione #giùlemanidagliappelli, un gesto di protesta promosso dall’Unione degli Universitari in cui ogni studente “ci mette la faccia” esibendo in foto un cartello in cui spiega in che modo questo sciopero lo danneggi.

CORSA AI RIPARI
In realtà però il movimento docente è sensibile ai diritti degli studenti: prova ne sia anche il fatto che una delle novità della protesta di quest’anno consiste proprio nella richiesta di maggiori fondi per borse di studio e concorsi.
Mentre alcuni gruppi studenteschi postano guide pratiche su come orientarsi durante lo sciopero, com’è già stato spiegato sui portali degli atenei e su siti internet di dibattito universitario, lo sciopero riguarderà solamente uno degli appelli disponibili durante la sessione. Qualora ne fosse disponibile solo uno per corso, verranno comunque inseriti appelli ad hoc per laureandi, studenti Erasmus, studentesse incinte e altre categorie protette.

 

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