Home » Cultura » Oltre le Barriere: l’arte contro il terrore

27 Luglio 2018

Oltre le Barriere: l’arte contro il terrore

Quattro giovani artisti danno un volto nuovo alle barriere antiterrorismo, da simbolo di paura a museo a cielo aperto

Fabio Gusella

Alberi Attraverso le Barriere, l’opera di Negar Shariaty

Nella sua poesia più celebre, L’infinito, Giacomo Leopardi si interrogava su ciò che la siepe di Recanati nascondesse al suo sguardo: sentimenti non tanto diversi devono aver mosso quattro giovani artisti dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, protagonisti di un progetto significativamente intitolato Oltre le Barriere.
Se al cospetto di quella barriera naturale, infatti, il poeta marchigiano immaginava “interminati spazi”, di fronte alle barriere in cemento (o new jersey) poste nel centro storico per proteggere i pedoni dal pericolo terroristico, gli studenti della Scuola di Decorazione hanno anch’essi liberato l’immaginazione riuscendo a capovolgere il senso stesso di quegli ostacoli e andando, per l’appunto, oltre le barriere.

UN MUSEO A CIELO APERTO
«Vorremmo trasformare i new jersey in un museo a cielo aperto», ci racconta infatti la professoressa Monica Saccomandi, che insieme ai docenti Sergio Breviario e Cristina Treppo ha coordinato il progetto artistico, in cantiere da dicembre 2017 e inaugurato il 16 luglio scorso. L’idea, dunque, è quella di trasformare gli attuali simboli della paura in innovativi supporti espositivi per le opere realizzate da giovani artisti.
Come ci spiega la professoressa, per esigenze di manutenzione si è escluso un intervento diretto sulla superficie dei blocchi e la scelta è invece caduta su una copertura rimovibile in pvc: il risultato è già visibile in piazza Castello, dove è stata allestita la prima fra le quattro opere.

R COME RESPIRA
R.G.P.S.: è questo l’acronimo che sta a indicare le quattro sensazioni sprigionate dai blocchi “rivisitati”.
Negar Shariaty, ad esempio, la prima fra i quattro artisti ad aver trasformato i new jersey di Piazza Castello in autentiche “barriere d’arte”, li ha immaginati come ventitré finestre aperte sui tanti parchi torinesi: con Alberi attraverso le Barriere, quindi, la giovane studentessa iraniana ha alternato quattro sequenze di alberi con le quali pare dare un prezioso consiglio al passante, ossia “R come Respira”. Benché sia assediata dall’asfalto, infatti, Torino desidera ancora vivere attraverso il respiro universale dei suoi alberi, riuscendo a immaginare qualcos’altro al di là dell’asfalto.

GUARDA, PENSA, SOGNA
Benché non sia ancora possibile sapere se saranno esposte al pubblico in futuro, le altre tre proposte hanno ugualmente suscitato la curiosità dei torinesi. In Dettagli parlanti, ad esempio, l’artista Sara Molinari ha scelto di raccontare il “reticolato di storia” di Torino attraverso gli elementi architettonici che più sfuggono al nostro sguardo, dedicando le ventitré barriere agli altrettanti quartieri torinesi: “G come Guarda”.
Donato Mariano, invece, è autore di Hybrid Connection, una sequenza di confuse figure digitali nate da un errore informatico: l’artista invita così l’osservatore a pensare (“P come Pensa”) alla propria attuale condizione di mero consumatore d’immagini.
Infine, l’invito più leopardiano proviene dalla studentessa Barbara Mittino: “S come Sogna”. Con Spazio Torino, infatti, l’autrice ha immaginato alcune sequenze di illustrazioni fantastiche: pianeti trasformati in bolle di sapone, cactus alti come palazzi e, soprattutto, barriere antiterrorismo che diventano sogni a occhi aperti.
“Sedendo e mirando”, dunque, siete pronti a fantasticare?

 

Tag: , , ,

Categorie: Cultura

Lascia un commento