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6 Settembre 2018

Nello spazio con le nuove app della Nasa

L’agenzia americana lancia due applicazioni che promettono di avvicinare anche i meno esperti ai grandi misteri dell’universo: Nasa Selfies e Exoplanet Excursions

Laura Bonanno

Nasa Selfies

Un esempio di immagine creata con Nasa Selfies

In occasione del compleanno del telescopio spaziale Spitzer, che nei giorni scorsi ha compiuto 15 anni di attività, la Nasa ha annunciato che avrebbe ideato qualcosa di particolare. Quale migliore occasione per festeggiarlo se non creare due app speciali? Si chiamano Nasa Selfies ed Exoplanet Excursions, scopriamo di cosa si tratta.

L’AUTOSCATTO TRA LE STELLE
Per celebrare il telescopio a cui si deve la scoperta di nuove galassie dell’universo e lo studio dei buchi neri, l’Agenzia ha lanciato questa prima app facile da usare e alla portata di tutti.
Il software mette a disposizione una galleria di 30 foto tra cui scegliere lo sfondo per il proprio autoscatto: dalla costellazione del Sagittario alla nebulosa di Orione passando per quella di Trifida, fino alla galassia di Andromeda.
Sui social cominciano già a circolare i primi selfie che si possono condividere con l’hashtag #NasaSelfie.

EXOPLANET EXCURSIONS
Tra le tante scoperte del telescopio Spitzer va ricordata quella relativa ai quattro dei sette pianeti del sistema extrasolareTrappist-1, nel 2017. L’app Exoplanet Excursions permette di immergersi in una sorta di realtà virtuale e di esplorare questi esopianeti, di cui sappiamo ancora poco; si tratta cioè di un tour guidato tra corpi celesti che si trovano all’esterno del nostro sistema solare e che si presentano della stessa grandezza della Terra.
In realtà il sistema Trappist-1 si trova troppo lontano per essere direttamente osservabile dai telescopi, per questo motivo per l’app sono state utilizzate delle rappresentazioni verosimili di alcuni artisti che hanno collaborato alla sua realizzazione.

CURIOSITÀ SU SPITZER
Era il 25 agosto 2003 quando il telescopio spaziale venne lanciato nello spazio; da allora sono passati quindici anni e, contro ogni previsione, Spitzer è ancora in attività. Lo strumento deve il suo nome all’astrofisico Lyman Spitzer, il primo a suggerire l’utilizzo di telescopi spaziali per osservare stelle, galassie lontane e altri corpi celesti.
Negli anni Spitzer ha anche scoperto il più grande anello attorno a Saturno, ha contribuito allo studio della galassia GN-z11 e a quello della struttura della Via Lattea.

 

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Categorie: Tecnologie

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