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2 Ottobre 2018

Club di Cultura Classica, le lettere antiche per tutti

Intervista a Luca Mancino, figlio del fondatore di una Onlus che attraverso corsi e attività in partenza domani tiene vivo l’amore per il sapere delle nostre origini

Aurora Bolandin

La Scuola di Atene di Raffaello

Far appassionare i giovani – ma non solo – alle lettere classiche, andando oltre le nozioni di grammatica greca e latina. È quanto si propone di fare il Club di Cultura Classica, una Onlus nata cinque anni fa e oggi portata avanti dal 28enne Luca Mancino.

Che cos’è un Club di Cultura Classica e cosa propone?
«È un’associazione culturale attiva nella promozione delle lingue classiche. Lo scopo non è però quello di trasmettere solo delle basi grammaticali e sintattiche, ma anche di riconoscerne l’impatto concreto e vitale nelle diverse realtà del presente. Innanzitutto però il Club è un luogo di incontro e di amicizia: i nostri soci si ritrovano per passare del tempo insieme svolgendo un’attività utile e allo stesso tempo divertente. Al momento, i corsi di traduzione sono cinque dal latino e quattro dal greco antico: sono suddivisi in base al livello di difficoltà e i primi partono proprio dall’alfabeto e da rosa, rosae. Può frequentarli anche chi non ha mai studiato le lingue antiche. Inoltre, organizziamo dei corsi di filosofia antica, arte e storia. Per non dimenticare i seminari e tutte le attività fuori dai banchi: dalle passeggiate per Torino Romana ai viaggi culturali».

Come nasce l’idea?
«Il Club di Cultura Classica è nato nel 2004, su un’idea di mio papà, Ezio Mancino. Era appena andato in pensione e non riusciva a stare con le mani in mano e soprattutto a rassegnarsi all’idea di smettere di insegnare. Ha iniziato proponendo quattro corsi di traduzione dal latino e dal greco antico, insieme ad alcuni amici docenti. Si trattava di un circolo ristretto di persone, con pochi iscritti: un gruppo di amici che condivideva una passione. Nel 2013, è mancato improvvisamente: io avevo 23 anni, stavo ancora studiando ingegneria e mi sono ritrovato questo progetto tra le mani. Mi sono detto “o la va, o la spacca”. Ho preso in mano l’associazione, ma non è stato facile all’inizio: ho dovuto imparare in fretta tante cose da solo e faticare un po’. Oggi posso dire che ne è valsa davvero la pena».

Perché i giovani si avvicinano alla cultura classica e, secondo te, in che modo nel mondo di oggi questa materia può avere il suo peso?
«Ti rispondo con una frase dello scrittore Zafón, che è un po’ il motto del Club: “Non esistono lingue morte ma solo cervelli in letargo”. L’influenza della classicità sulla cultura e la società attuali è più viva e forte che mai e può essere considerata come un vero e proprio strumento funzionale a una corretta comprensione e analisi della realtà. L’approccio divulgativo dei nostri incontri permette ai giovani di ri-scoprire il piacere di questo tipo di studi, di cui spesso si ha un cattivo ricordo dopo le esperienze del liceo».

Quali sono le novità della stagione in partenza?
«Domani 3 ottobre alle 18 si inaugurerà il nuovo anno sociale, il 15°! In quell’occasione, al Lombroso16, verranno presentate tutte le iniziative e le nuove attività. Nello specifico, quest’anno siamo riusciti ad attivare un corso in più di latino, quattro seminari su arte, mito, letteratura e teatro e tre percorsi di filosofia, arte e storia. Poi proseguono gli incontri in collaborazione con il Comune di Torino, le Biblioteche e lo stesso Lombroso16. Per chi volesse venire a conoscerci più da vicino, abbiamo anche pensato a un Open day venerdì 5 ottobre dalle 16.30 alle 18.30 al Liceo D’Azeglio».

 

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Categorie: Cultura

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