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5 Ottobre 2018

Dentro il Reset Festival

Quattro chiacchiere con il direttore artistico Daniele Citriniti e Dadàmo, un giovane cantautore che sta partecipando alla kermesse dedicata ai nuovi talenti

Giuseppe Roccia

Il Reset mette a contatto talenti emergenti con professionisti della musica

Questi sono i giorni del Reset Festival, la manifestazione musicale dedicata agli artisti italiani emergenti che chiuderà i battenti domenica 7 ottobre all’Off Topic di via Pallavicino 35 a Torino.
Il direttore artistico Daniele Citriniti definisce l’evento come «un laboratorio artistico che nei 9 anni della sua storia ha vissuto una vera evoluzione, trasformandosi in un piccolo format di innovazione musicale, una vetrina per giovani talenti». Tutto nasce dalla passione di un gruppo di musicisti che nell’agosto del 2009 si esibiscono ai Murazzi e un mese dopo riescono a organizzare il primo festival. L’iniziativa ha un successo tale da diventare appuntamento fisso.
Citriniti considera la musica «un trasporto emotivo con un forte impatto sociale, si pensi ad esempio a cosa è stato il blues la cultura afro-americana – continua – per cui noi vogliamo essere una piattaforma su cui atterrano e partono contenuti e soggetti innovativi. La grande opportunità per i giovani che partecipano al Reset è lavorare a stretto contatto con professionisti come Niccolò Fabi e Levante e, allo stesso tempo, fare rete».

A proposito di giovani, conosciamo meglio Dadàmo, cantautore di origini pugliesi che è stato selezionato per partecipare al festival.

Parlaci un po’ di te.
«Mi chiamo Davide, ho 23 anni e sono originario della provincia di Brindisi. Scrivo musiche e testi dei miei brani e a gennaio di quest’anno è uscito il mio primo Ep dal titolo Mille colori».

Da dove arriva il tuo amore per la musica?
«Fino all’età di 14 anni non ho mai scritto né suonato. Ero già vicino al mondo della musica ma perché ballavo breakdance. A un certo punto ho iniziato a canticchiare da solo nella stanza e alle superiori ho creato una band heavy metal».

Immagino che tu voglia far diventare questa passione un vero e proprio lavoro…
«Sì, dopo due anni di questo “gioco” tra amici ho deciso di lasciare il gruppo perché per i miei compagni era rimasto un hobby, mentre per me stava diventando qualcosa di più. L’ultimo anno di superiori ho iniziato a studiare canto e dopo la maturità mi sono trasferito a Roma dove mi sono iscritto al conservatorio prendendo il diploma triennale».

Come stai vivendo la partecipazione a Reset?
«È una bellissima esperienza, soprattutto per quanto riguarda la possibilità di suonare e cantare con persone che fanno questo mestiere da anni, da loro c’è molto da imparare».

 

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Categorie: Musica

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