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9 Ottobre 2018

Coabitazioni solidali: giovani volontari per il buon vicinato

Essere disponibili a dare una mano nel proprio condominio in cambio di uno sconto sull’affitto: l’esperienza del progetto gestito dall’associazione Acmos

Fabio Gusella

coabitazioni solidali

Nelle coabitazioni solidali si ha uno sconto sull’affitto in cambio di volontariato

Hai fra i 18 e i 30 anni e vorresti abitare per conto tuo? Desideri dedicare del tempo al volontariato e magari pagare un affitto ridotto? Forse la coabitazione giovanile solidale fa al caso tuo.
È un tema di cui si parlerà domani alle 18 al Centro InformaGiovani all’incontro informativo Vado a vivere per conto mio!, ma intanto abbiamo posto alcune domande a Isabella Spezzano, referente delle Coabitazioni Solidali gestite dall’associazione Acmos.

L’ERBA DEL VICINO
L’idea è questa: i “coabitanti” si impegnano per circa 10 ore settimanali in attività di volontariato svolte nel complesso di edilizia popolare in cui hanno scelto di abitare e, in cambio del loro servizio alla collettività, ottengono una riduzione del canone di affitto.
Più che di volontariato, Isabella preferisce parlare di buon vicinato: i compiti dei coabitanti di Acmos, infatti, sono sempre improntati «all’informalità e alla convivialità». Ad esempio si incontrano gli altri inquilini davanti a una tazza di caffè, si organizza il doposcuola per i bambini del palazzo, si assistono i vicini più anziani nelle piccole necessità quotidiane.
Una volta al mese, inoltre, si tiene una riunione durante la quale si formano i volontari nella gestione degli eventuali conflitti condominiali e con la stessa cadenza è ormai una sorta di tradizione organizzare un pranzo o una festa – come la giornata organizzata a settembre in occasione della Festa dei Vicini – o, perché no, tagliare l’erba del cortile in compagnia degli altri condomini. L’obiettivo è sempre lo stesso: stare bene insieme.

COME DIVENTARE COABITANTI
Per chi fosse interessato a intraprendere questo percorso di coabitazione, «il primo passo da compiere – ci spiega Isabella – è sicuramente quello di inviare la propria candidatura alla nostra email coabitazionisolidali@gmail.com».
Seguirà un incontro conoscitivo tra un referente del progetto e il candidato, durante il quale verrà soprattutto valutata la sua motivazione, ma egli potrà ulteriormente chiarire le proprie curiosità confrontandosi direttamente con gli altri giovani volontari durante gli eventi sociali aperti a tutti. Se dopo questa prima fase di “avvicinamento”, il candidato conferma la propria disponibilità, si organizza il suo effettivo ingresso nell’appartamento e nel relativo gruppo di coabitanti.

APRIRE LA PORTA
Nato nel 2006 con l’esperimento coabitativo I Tessitori (via san Massimo 31 e 33), il progetto si è in seguito ampliato arrivando oggi a gestire altre due coabitazioni giovanili solidali – Filo Continuo e Sorgente – e coinvolgendo nell’arco di dodici anni oltre 200 giovani. Nonostante le organizzazioni del privato sociale che conducono esperienze simili siano ormai cinque, Acmos è stata la prima ad agire in questa direzione.
Un progetto che risponde a esigenze diverse: agevolare i tanti giovani che desiderano abitare per conto proprio, garantire l’incontro fra le associazioni che si occupano di protagonismo giovanile e le istituzioni e, infine, vi è l’esigenza di ridurre la conflittualità e l’isolamento vissuti in molte case popolari. Come? «Occorre innanzitutto cominciare ad aprire la porta di casa, familiarizzare con il vicino e coinvolgere il quartiere circostante» conclude Isabella.
Aprirsi al prossimo, dunque, diventare Tessitori e intrecciare un Filo Continuo fra le nostre porte, facendo sì che ogni condominio sia il più possibile una Sorgente di solidarietà.

 

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Categorie: Intercultura

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