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9 Ottobre 2018

Professione: giardiniere d’arte

Tra i viali verdi seicenteschi della Reggia di Venaria, Claudia ci ha raccontato il suo lavoro, a cui è arrivata grazie a un corso di formazione ad hoc

Carlotta Bianchini

Claudia, giardiniere d’arte

Dopo oltre 10 anni dalla riapertura al pubblico, si può dire che la Reggia di Venaria si mostri al pubblico più rigogliosa e vitale che mai, grazie anche ai suoi giardini, che continuamente si trasformano e partecipano all’esistenza dell’intero complesso. Ben 80 ettari in totale, di cui 55 aperti al pubblico, divisi in due ParchiAlto e Basso – più un orto-giardino, che rendono il posto magico (come raccontano gli scatti del nostro fotografo Federico Mereu).
Un’opera che risulta imponente grazie al lavoro di coloro che se ne prendono cura ogni giorno con costanza e dedizione. Sono i giardinieri d’arte come Claudia, 26 anni, che insieme al suo caposquadra Davide ha risposto ad alcune nostre domande sul suo mestiere.

Chi è esattamente un giardiniere d’arte?
Davide: «É colui che oltre a possedere tutte le conoscenze tecniche e a svolgere un lavoro manuale, sa di operare in un contesto culturale e, in un certo senso, va oltre la tecnica per contribuire a quella che è e sarà un’opera d’arte».

Qual è la vostra giornata lavorativa tipo?
Claudia: «È un lavoro molto vario. Siamo tre squadre di giardinieri a dividerci tra i parchi e l’orto e rispettiamo un programma settimanale che tiene conto di lavori nuovi e di lavori che si ripetono ogni anno in base alla stagione».
Davide: «Con la nostra tecnica e il nostro gusto artistico teniamo conto di quello che è il disegno progettuale che il team di architetti stabilisce con il caposquadra e operiamo per riportare questi giardini contemporanei allo splendore dell’epoca. Ogni giorno alle 8 ci dirigiamo sul posto dove operiamo: questa settimana, ad esempio, ci stiamo dedicando alla potatura del giardino a fiori».

La Reggia di Venaria è l’unica realtà in Italia in cui il giardino è gestito internamente dall’ente e che quindi conta giardinieri propri. Claudia, com’è stato il tuo percorso per entrare nell’equipe?
«Io sono entrata a far parte della squadra attraverso il progetto di Scuola di giardiniere d’arte, che ha avuto inizio tre anni fa e che ha dato la possibilità a tanti disoccupati di avvicinarsi al settore. Ogni anno una classe di selezionati, dai 18 anni in su, viene formata attraverso 800 ore di lezione teoriche e pratiche, in vista di un esame finale. C’è poi la possibilità di fare stage in residenze o in enti legati alla scuola».

Il progetto sta funzionando?
Davide: «Sì e anche molto bene: alcuni ragazzi hanno trovato lavoro addirittura a Versailles. L’obiettivo della scuola è quindi esportare, o meglio, seminare questo modello».

Claudia, cosa ti ha spinta a scegliere questo mestiere?
«Diciamo che è una passione che ho sempre posseduto, così come quella di stare a contatto con la natura. Ho avuto l’occasione attraverso l’orientamento scolastico di poter scegliere la scuola e durante il percorso mi sono resa conto che era quello che volevo e sono infatti ben felice di poterlo fare ogni giorno, senza che mi pesi assolutamente. Nonostante la fatica, quando fai qualcosa che ti piace è come se non lavorassi».

I giardini della Reggia di Venaria

 

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Categorie: Lavoro

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