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16 Ottobre 2018

Un film racconta Angelo Froglia, l’artista dell’inganno

In tempo di fake news, il regista torinese Tommaso Magnano aiuta a far luce sul confine tra vero e falso attraverso la storia dello scultore delle false teste di Modigliani

Fabio Gusella

La locandina del film "L'inganno dell'arte"

La locandina del film “L’inganno dell’arte”

Genova, 2017. Durante una mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, una ventina di opere esposte sono denunciate come false. A qualche isolato di distanza viene proiettato un documentario che rievoca la cosiddetta “beffa di Modigliani”, un clamoroso falso artistico risalente alla metà degli anni Ottanta e proprio uno dei responsabili, l’artista livornese Angelo Froglia (1955-1997), è il protagonista del lungometraggio in questione, intitolato L’inganno dell’arte.
Per saperne di più sull’episodio livornese, su Froglia e sul documentario a lui dedicato, abbiamo parlato con il giovane autore del film, il regista torinese Tommaso Magnano, classe 1982.

UN URLO DI LIBERTÀ
«Parlando di Angelo Froglia è difficile distinguere fra l’arte e la vita – sostiene – poiché lui fece di tutto affinché l’intera sua esistenza somigliasse a un’opera d’arte». Una vita piuttosto turbolenta, vissuta costantemente sul confine fra genio e follia, e un’attività artistica troppo spesso dimenticata, come lo è stato il suo autore: emarginato in vita a causa della sua condotta privata giudicata scandalosa e tutt’oggi, vent’anni dopo la sua morte, recluso nel dimenticatoio.
Le rare volte in cui ci si è ricordati di lui, lo si è descritto come uno sbandato, un tossicodipendente con il passatempo della pittura o, piuttosto, come un terrorista. Invece fu anzitutto un artista. Per raccontarci il Froglia dimenticato, il Magnano ha raccolto decine di scritti, dipinti e filmati costruendo un documentario con cui intende rendere giustizia a colui che ha definito «un urlo di libertà: violento, provocatorio, intransigente».

LA BEFFA DI LIVORNO
“In fondo dipingere è stata l’unica costante della mia vita. Insieme al vizio di produrre casini grossi come montagne”, ammise Froglia in un suo scritto. Uno di questi “casini”, in effetti, lo combinò nella sua città natale, Livorno.
È il 1984: in occasione del centenario della nascita di Modigliani, il Comune dà ordine di scandagliare il canale della città alla ricerca di alcune teste scolpite da Modì e presumibilmente lì gettate dall’artista. Froglia decide di sfruttare questa leggenda: scolpisce due grosse teste somiglianti agli originali, le abbandona nel canale e aspetta: il suo piano è quello di attendere circa 30 anni dopo il ritrovamento, poi rompere il silenzio e svelare l’inganno.
Il piano sembra funzionare, ma sorge un imprevisto: le sculture che emergono dal fango, infatti, non sono due ma tre; gli autori della terza testa sono tre studenti universitari complici di uno scherzo sfuggito di mano. La critica non sospetta nulla e le riconosce come opere autentiche fino a quando, però, la verità viene a galla: platealmente ingannati, critici e media preferiscono far passare la beffa come opera di tre ragazzini piuttosto che riconoscere la performance di un artista. «Froglia non voleva fare uno scherzo – chiarisce Magnano – ma evidenziare il delicatissimo ruolo svolto dai mass media e denunciare alcune logiche interne al mondo dell’arte». Un artista estremamente attuale, dunque, capace di fare dell’arte un inganno e dell’inganno un’arte.

Il regista Tommaso Magnano

FRA CLOWN E MERCENARI
Angelo Froglia non è l’unico al quale Magnano ha dedicato la propria attenzione cinematografica.
L’inganno dell’arte infatti è il terzo di una serie di documentari biografici su alcuni personaggi ribelli: il primo film della serie è stato Fool of Life (2014), un film dedicato al bizzarro mondo dei clown, mentre il secondo s’intitola Red Devil. Il Mercenario (2016) incentrato sulla tremenda storia del mercenario Roberto Delle Fave. «Mi hanno sempre affascinato le persone borderline – ci spiega Magnano – guardare la realtà attraverso i loro occhi aiuta a vedere le cose da una prospettiva insolita e originale».

 

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Categorie: Cultura

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