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23 Gennaio 2019

Il cambiamento climatico: la situazione in Italia

Dal rapporto annuale di Legambiente l’allarme sugli eventi atmosferici estremi sempre più frequenti, ma la lotta al climate change non pare essere condivisa dai governi di tutto il mondo

Alessio Colella

Il cambiamento climatico ha anche conseguenze economiche e sociali

Cronaca di un’emergenza annunciata. Il titolo del rapporto 2018 sul clima di Legambiente è di per sé abbastanza eloquente e l’analisi della relazione fa emergere alcuni dati importanti su cui riflettere.
Il conteggio degli eventi che hanno causato danni è impressionante e la risposta delle istituzioni mondiali dovrebbe essere più decisa. Le ondate pericolose di maltempo, la siccità e tutta un’altra serie di problematiche legate al clima consumano risorse economiche e mettono in serio pericolo la vita delle persone. Inoltre, gli scienziati confermano quanto l’Italia sia una zona particolarmente a rischio per le conseguenze del cambiamento climatico.

IL CLIMA È CAMBIATO
Nel rapporto Legambiente si legge che “il clima è già cambiato. Stiamo assistendo al susseguirsi di record che non possono lasciare indifferenti. Con la conclusione del mese di settembre il 2018 è diventato ufficialmente l’anno più caldo per l’Italia dal 1800, con una temperatura superiore di 1,53 gradi rispetto alla media». Non una frase sterile sul clima, ma un dato.
La relazione cita alcuni esempi delle ripercussioni del cambiamento climatico nel mondo: dal caldo straordinario delle nazioni del nord Europa alla riduzione dell’8% della produzione di cereali nell’Ue, dagli uragani degli Usa ai tifoni delle Filippine. Eventi catastrofici, questi ultimi, accompagnati da livelli sempre più elevati delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera.
Il problema riguarda da vicino anche il nostro Paese, visto che viene considerato dagli scienziati altamente sensibile alle conseguenze del mutamento climatico. I disastri legati a fenomeni climatici di natura violenta sono in crescita, causano danni economici, mettendo anche a rischio l’incolumità dei cittadini. Nel 2018 in Italia ci sono state 32 vittime, a fronte di 148 eventi estremi. Quel che emerge da una comune osservazione è una diminuzione della frequenza delle precipitazioni ma un aumento della loro intensità. Gli allagamenti dello scorso anno sono stati 66, con ben 20 esondazioni fluviali.
La presa di posizione di Legambiente appare come un urlo a squarciagola che invita le istituzioni a intervenire in maniera più decisa.

NEL FRATTEMPO NEGLI USA
Quel che è stato fatto dagli organi competenti per ridurre il fenomeno sembra non essere abbastanza. Il problema è diffuso a livello mondiale e di tale portata dovrebbe essere la soluzione, ma non è così.
Se da un lato l’Europa sta cercando di rispettare l’Accordo di Parigi, spingendo per una decarbonizzazione dell’industria e del trasporto, dall’altro ci troviamo a commentare l’aumento di emissioni di anidride carbonica degli Stati Uniti del 3,4%, come non succedeva da ben otto anni. I motivi di questo risultato sono l’importante crescita dell’economia statunitense, che appare quindi ancora legata ai combustibili fossili, e un inverno rigido che ha reso necessario un incremento dello sfruttamento delle risorse non rinnovabili per produrre calore. Si può però affermare che il maggior contributo alle emissioni è arrivato proprio dall’aumento della produzione industriale. Un dato non rassicurante e che dimostra come l’economia non sia ancora pronta a rinnovarsi. La transizione verso le fonti rinnovabili non è in discesa e trova diversi interessi da bilanciare a livello economico e politico.
Cambiando prospettiva e guardando a chi produce, è chiaro che gli imprenditori devono essere in grado di accettare le sfide del futuro: esistono esempi virtuosi di realtà che hanno saputo reinventarsi e affermarsi in nuovi settori. È il caso di Erg, società ligure di raffinazione del petrolio che oggi tratta solo più fonti rinnovabili e gas naturale. Così come le 857 aziende che hanno ottenuto il certificato di efficienza energetica, portando l’Italia al terzo posto in Europa in questa speciale classifica.

 

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Categorie: Ambiente

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