Home » Formazione » Università » Fast food all’università: la guerra del panino

31 Gennaio 2019

Fast food all’università: la guerra del panino

L’apertura di due ristoranti sta accendendo il dibattito tra chi frequenta le facoltà umanistiche. Studenti favorevoli o contrari? Scopriamolo insieme

Paride Pasini

Uno dei fast food aperti vicino a Palazzo Nuovo

All’Università di Torino è scoppiata la “guerra dell’hamburger”. Il campo di battaglia è di fronte a Palazzo Nuovo, dove sta prendendo forma il nuovo complesso Aldo Moro. L’oggetto del contendere sono due fast food, di proprietà di note catene internazionali, che hanno aperto nelle palazzine tra via Verdi e via Sant’Ottavio. Gli schieramenti: da una parte il Rettorato alla ricerca di fondi per migliorare l’edilizia universitaria, dall’altra studenti e docenti, contrari alla cessione degli spazi dell’ateneo ai privati.

IL CAMPUS URBANO
Prima di tutto facciamo il punto sul progetto del cosiddetto “campus urbano” Aldo Moro. Il complesso prevede per l’Università di Torino circa 10mila mq dedicati a uffici (nuova sede della facoltà di lingue), spazi per gli studenti (6 nuove aule con 800 posti stimati) e residenze universitarie; 5mila mq invece sono destinati a spazi commerciali convenzionati. Il progetto prevede anche un parcheggio interrato in parte a uso Università, in parte a uso pubblico e a box privati.
Il costo delle nuove opere (oltre 50 milioni di euro) è affidato secondo le modalità di project financing alla concessionaria Usp – University Service Project, società di diritto privato che si occupa della progettazione definitiva, dell’esecuzione lavori e della gestione del complesso per i primi 29 anni (fonte sito Unito).

COSA PENSANO GLI STUDENTI
La voce degli studenti che abbiamo incontrato è unanime: i fast food sono bocciati.
La delusione dei giovani si percepisce dalle parole di Stefania, studentessa di diritto delle imprese: «Studiavo qui al Gioberti e vedo i lavori da quando avevo 16 anni. Pensavo che avrebbero usato questo spazio per fare dei dormitori, aule studio e ampliare le aule, quindi eravamo molto emozionati. Poi quando abbiamo scoperto che avrebbero aperto questi fast food, ci siamo fatti due domande, non ne capiamo il senso…».
Le politiche green, negli ultimi anni, sono diventate un punto di forza di Unito, ma secondo gli studenti concedere gli spazi ai fast food è quanto meno contraddittorio. Infatti Antonio ci dice che «durante i corsi ci insegnano il valore della tutela dell’ambiente e dell’importanza della qualità del cibo che mangiamo e poi aprono dei fast food?».
«Questo va contro tutto ciò che l’università professa e insegna ai suoi studenti – incalza Andrea, studente di lingue – e ci fa fare una pessima figura!».
Gli studenti sono preoccupati anche per il tessuto socio-economico dell’area di Palazzo Nuovo, ricca di bar e ristoranti, che si contendono una fetta di mercato e che con l’approdo di grandi multinazionali rischiano di perdere una parte consistente dei loro introiti. «Capisco che per le aziende sia una posizione strategica – dice Fabio, studente di filosofia – ma non condivido questa scelta dell’Università, perché toglie spazio alle piccole medie imprese».
Per Nicolò, studente di psicologia, «non c’è stato dialogo tra istituzioni universitarie e studenti. Le decisioni sono state imposte dall’alto. In fondo sono gli studenti e, in misura minore, i residenti della zona che usufruiranno di queste strutture. Sarebbe stato giusto consultarci in fase di progettazione». I ragazzi da anni denunciano la mancanza di luoghi per studiare, mangiare, riunirsi e discutere. «I fast food ci tolgono spazio – dice Alessandro, studente di antropologia – mancano aule, biblioteche, posti in cui studiare, mense e spazi aggregativi».

Emerge quindi una dicotomia tra i vertici dell’ateneo e chi lo frequenta. Da un lato c’è la necessità dell’Università di reperire i fondi necessari per realizzare un’importante opera edilizia che l’ha portata a stringere contratti di collaborazione con grandi aziende private. Dall’altro il desiderio degli studenti di avere un ateneo sostenibile, partecipativo, aggregativo e non legato a logiche di mercato, uno spazio in cui essere il centro dello sviluppo delle facoltà.

 

Tag: , , , ,

Categorie: Università

Lascia un commento