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1 Febbraio 2019

Diventare vegetariani: una sfida da non temere

Breve guida per conoscere i rischi dell’abuso di carne e, per chi non può farne a meno, consumarla in modo più consapevole

Giovanni Mauriello

L’Oms conferma che l’abuso di carne ha effetti cancerogeni

È stato persino coniato un termine: la vegefobia, ovvero la diffidenza (o addirittura l’aggressività) nei confronti delle persone vegetariane e vegane. Può sembrare eccessivo, ma è un dato di fatto che nei confronti di chi sceglie di rinunciare alla carne – e, nel caso dei vegani, anche tutto ciò che sia di origine animale – ci sia spesso una vera e propria ostilità; nonostante questo, i dati del Rapporto Italia Eurispes 2018 hanno rilevato un aumento, rispetto all’anno scorso, delle persone che si dichiarano vegetariane, passando dal 4,6% al 6,2%.

Qual è il punto, dunque: moda, come incriminano i detrattori, o consapevolezza? È nota ormai l’opinione dell’Iarc – International Agency for Research on Cancer che, per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato in un trattato ufficiale l’effetto cancerogeno dell’abuso di carne. Per non parlare poi dell’impatto ambientale: sostituire la fettina con altre fonti proteiche di origine vegetale ridurrebbe il riscaldamento globale potenziale di un 80%, oltre a permettere un notevole risparmio di acqua; il Wwf, inoltre, ha dichiarato in un report che sostituire anche un solo pasto a settimana a base di carne con un piatto tipico della dieta mediterranea farebbe risparmiare 180 kg di CO2 l’anno.

C’è poi un altro problema: gli allevamenti intensivi, una vera piaga che mette in discussione il codice etico dell’umanità intera la quale, volgendo lo sguardo altrove, si dimostra di anno in anno sempre più incapace di assumersi le proprie responsabilità. Il Ciwf – Compassion in World Farming ha raccolto un buon numero di dati nel proprio sito per dare un’idea dell’entità del problema.

Cosa si può fare? Tornando a monte: combattere lo stigma della vegefobia, anzitutto. E poi diventare vegetariani, o ancora meglio vegani. Troppo difficile? È innegabile: si tratta di una scelta davvero rivoluzionaria nell’economia della vita di una persona, e non solo in termini alimentari. A cambiare è l’intero stile di vita del neo-vegetariano, e non è di certo una scelta che può essere presa superficialmente. Bisogna procedere per tappe e sostituire con metodo, meglio ancora se sotto la guida di un medico.

Se proprio la scelta del vegetarianesimo risultasse troppo drastica, però, ci sono dei comportamenti da adottare che, con meno fatica, ci renderebbero dei carnivori più responsabili: ad esempio evitate la carne dal prezzo inverosimilmente basso e preferite quella del macellaio di fiducia, qualcuno che sappia indicarvi in quale allevamento sono cresciuti gli animali che mangerete.

Ultimo consiglio, se proprio non avete il tempo di girare per la città alla ricerca di carne di qualità, affidatevi alla tecnologia: esistono ormai diverse piattaforme e app pensate per rendere facilmente accessibile il cibo a km zero e alcune di esse prevedono persino la consegna direttamente a casa dell’acquirente. Ve ne consigliamo tre: Cortilia, un vero e proprio mercato agricolo online; L’Alveare che dice sì, una startup fondata a Torino, e Foodscovery, che propone cibo di alta qualità e soluzioni innovative nei dintorni di casa.
Insomma, il primo passo, come sempre, è non nascondere la testa sotto la sabbia: mangiate carne, se proprio non riuscite a farne a meno, ma fatelo responsabilmente.

 

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Categorie: Ambiente

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