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18 Marzo 2019

La biodiversità è a rischio: il report della Fao lancia l’allarme

Secondo l’organizzazione Onu molte specie di cui ci nutriamo sarebbero in pericolo e in alcune parti del mondo si stanno già affrontando carestie dovute ai cambiamenti climatici

Alessio Colella

La Fao lancia l’allarme sui rischi per la biodiversità

Pane, verdura, frutta, carne e pesce. Con queste cinque parole abbiamo racchiuso bene o male tutto ciò di cui ci nutriamo abitualmente. C’è però un problema: la biodiversità delle specie animali e vegetali che siamo soliti consumare sulle nostre tavole è a rischio. A lanciare l’allarme è nientemeno che la Fao, ossia l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura.

IL RAPPORTO
Nell’ultimo rapporto disponibile emerge una situazione preoccupante per quanto riguarda la disponibilità futura delle risorse alimentari che l’essere umano è abituato a mangiare.
Innanzitutto è utile fornire un quadro della situazione di partenza: delle circa 6.000 specie vegetali coltivabili, l’uomo ne produce 200, mentre solo da poche della quarantina di specie allevate traiamo nutrimento per carne, uova e latte. Andando più a fondo nell’analisi, si scopre che il 66% della produzione agricola mondiale è costituito da 9 specie soltanto: riso, mais, frumento, soia, patata, canna e barbabietola da zucchero, palma da olio e manioca. Quindi a un problema di produzione agricola essenzialmente limitata in diversità, si aggiunge il declino di queste specie divenute ormai essenziali; basti pensare che un terzo delle riserve ittiche ha il problema delle pesca eccessiva, il che minaccia le specie di mare e di acqua dolce.

I CAMBIAMENTI CLIMATICI
Si nota inoltre come tra il 2006 e il 2016 le principali cause di danni al settore provengano da inondazioni, tempeste e siccità. Le motivazioni sono riconducibili essenzialmente ai cambiamenti climatici in atto, oltre che a una gestione poco oculata delle risorse, all’eccessiva urbanizzazione e all’inquinamento.
A questo quadro – già di per sé allarmante – si sommano i preoccupanti dati registrati dal 1980 al 2017: a inizio periodo il numero di disastri annuali legati alle inondazioni in tutto il mondo era di 40, negli ultimi anni si resta stabilmente sopra i 120, con un picco di oltre 220 nel 2006; da tenere sotto controllo anche il numero di tempeste distruttive, che evidenziano un trend di crescita pressoché lineare.

Negli ultimi decenni sono aumentate alluvioni e tempeste

COSA CI ATTENDE IN FUTURO
Risulta evidente che basare la produzione di cibo su un limitato numero di specie sia un fattore di vulnerabilità, che espone gli esseri umani ai rischi derivanti dalla limitatezza di queste fonti di cibo. Non è raro che si verifichino crisi alimentari in diverse parti del mondo, tra cui Madagascar, Haiti, Etiopia, Filippine, Ciad e Sudan. Il problema della carestia è aggravato dall’incapacità di alcuni di questi stati – che sono tra i più poveri al mondo – di fronteggiarla.
Si conta che le condizioni climatiche estreme abbiano mietuto 5.000 vittime soltanto nel 2018, lasciando altri 29 milioni di persone in condizioni di emergenza e bisognosi di aiuto umanitario. Il rischio che eventi sempre più estremi e mortali continuino a verificarsi è elevato, pertanto occorre una decisa accelerazione delle politiche in grado almeno di arginare il problema.

 

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Categorie: Ambiente

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