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10 Aprile 2019

Future is nature – Playground: quasi pronti a giocare

Francesco Trovò, vincitore del bando RestArtAlp, ci racconta la sua idea di un originale campeggio per riavvicinare le persone alla natura attraverso attività ludiche

Carlotta Bianchini

Il luogo dove si svolgerà Future is nature

Lo spazio dove si svolgerà Future is nature

Ingegnere ambientale, ballerino e amante della natura: è Francesco Trovò, 34 anni, che recentemente ha lasciato il suo lavoro in città per dedicarsi a Future in nature – Playground, un innovativo progetto che vuole far ritrovare alle persone l’amore per i giochi di squadra all’aria aperta. Vincitrice della scorsa edizione del bando RestArtAlp, l’idea diventerà un originale campeggio che aprirà in estate a Sala Biellese.

Che cos’è ReStartAlp?
«Ogni anno Fondazione Garrone e Fondazione Cariplo selezionano 15 progetti di giovani, da sviluppare su territori alpini. Per tre mesi si è seguiti sotto ogni aspetto: ci sono corsi tematici per illustrare come avviare un business plan di progetto e ai giorni di lezione frontale si alternano altre giornate di lavoro in cui si applica quanto imparato, con il supporto di professionisti testimonial di settore. Alla fine, si ha un mese per presentare tutto ciò che è stato prodotto. Il campus è consigliatissimo, perché oltre ai premi in denaro per i primi tre vincitori, si ha un anno di consulenza gratuita con un tutor e un pacchetto con altre consulenze molto utili per l’avvio, ma è applicato solo su territorio alpino. C’è anche una versione appenninica: ReStartApp. L’edizione di quest’anno è dedicata ai cammini e il bando chiude il 18 aprile».

I lavori per Future is nature – Playground sono cominciati. Cosa ci racconti del tuo progetto?
«Di base è la vendita di pacchetti esperienziali di gioco, pernottamento e ristorazione, con una fortissima componente di natura. Le attività ludiche sono pensate per gli adulti e lo scopo è far tornare le persone bambini attraverso giochi di ruolo che prevedono anche molti partecipanti, tra competizione e piacere di stare insieme. L’intento è dare un imprinting sportivo, non agonistico ma comunque competitivo».

A che tipo di attività sarà possibile partecipare?
«Insieme a dei game designer ho pensato a quattro categorie di gioco: furtivo, ad esempio nascondino con un po’ di tecnologia; fisico, con giochi tradizionali rivisitati simili a ruba bandiera; intellettuale, come un escape room notturno con la differenza che al posto della stanza ci si trova nel bosco; survival, in stile Hunger Games. Mi piacerebbe dare possibilità di scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze: quante notti passare, che giochi fare e così via, ma ovviamente c’è bisogno di tempo per organizzare il tutto, quindi per il primo anno si creeranno principalmente eventi in giorni specifici, tenendo svincolato il pernottamento e la ristorazione».

Dedicarsi alla natura. Come sei riuscito a portare avanti il tuo progetto?
«Ho passato infanzia e adolescenza in mezzo ad alberi e piante, con zii agricoltori e allevatori. Poi la danza mi ha portato via in città grandi come New York. Questo sicuramente mi ha fatto crescere, però mi ha lasciato il desiderio di tornare sul territorio. Mi sono accorto che l’idea di una vita totalmente passata in città non facesse per me e se avessi dei figli non vorrei farli crescere in questo modo. Dopo due o tre anni con in mente una bozza pronta di progetto, è uscito il bando di ReStartAlp e mi sono candidato. La selezione è andata bene e ho trascorso tre mesi nel camp estivo. Non c’erano più scuse per non partire. Il salto fa sempre un po’ paura perché lasci un posto sicuro per molte incognite, ma questo è il momento di salpare».

 

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Categorie: Ambiente

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