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9 Maggio 2019

Sekiro, il magico Giappone feudale in un videogioco

Dal creatore di Dark Souls e Bloodborne arriva un lupo solitario che combatte per il suo padrone in un’epoca di tumulti

Luca Ferrua

Sekiro: Shadows Twice Die

Sekiro: Shadows Die Twice è ambientato in un Giappone medievale fantastico

A fine marzo è uscito Sekiro: Shadows Die Twice, l’ultimo capolavoro targato FromSoftware e nuovo complicatissimo videogame partorito dalla mente di Hidetaka Miyazaki, genio che ha avuto la brillante idea di realizzare giochi contraddistinti da un eccezionale visual storytelling (narrazione che avviene attraverso le immagini) e da un insano livello di difficoltà in grado di mettere a dura prova la pazienza di chiunque.
L’autore è divenuto famoso per la serie Souls (Demon’s Souls e la saga di Dark Souls), giochi di ruolo in terza persona con ambientazione fantasy medievale in cui il protagonista esplora dei pericolosissimi dungeon (labirinti di segrete) per arrivare a sconfiggere mostruosi e mortali boss. La saga è divenuta talmente famosa per il suo gameplay profondamente esplorativo e difficile da trasformarsi in un genere vero e proprio: i soul-like sono infatti quei videogiochi esterni alla serie ma profondamente influenzati da essa, come Salt and Sanctuary.
Per questo motivo Sekiro non è stato esente dal paragone con i precedenti titoli del suo autore, sebbene lo stesso Miyazaki in un’intervista abbia dichiarato di aver voluto realizzare qualcosa di totalmente nuovo, ma è veramente così? Iniziamo a scoprire di cosa parla.

LA STORIA
Siamo nell’era Sengoku, Giappone del XVI secolo: il clan Ashina ha ottenuto il potere assoluto con un colpo di Stato e noi interpretiamo un esperto ninja soprannominato “Lupo”, guardiano del giovane discendente di un’antica stirpe.
Sfregiato e dato per morto dopo la scomparsa del suo maestro, il nostro protagonista viene riportato in vita e va alla ricerca dell’erede divino per riconquistare l’onore armato di una katana (la classica spada giapponese) e di un braccio artificiale, una protesi nella quale può installare armi e accessori.

UN PO’ COME DARK SOULS…
Ovviamente, così come la saga precedente si ispirava al Medioevo europeo, anche qui l’ambientazione è fittizia sebbene risalente a un periodo storico definito: ad accoglierci abbiamo infatti samurai, monaci e pagode, ma anche serpenti di 200 metri e un rampino attaccato a un braccio magico che ci permette di saltare da un tetto all’altro. Un’altra caratteristica in comune con i titoli precedenti è sicuramente l’interazione con gli Npc – personaggi non giocanti – quali mercanti e aiutanti spesso legati a missioni secondarie e il fatto che durante i combattimenti tutto è concesso: puoi evitare nemici minori saltando sui tetti, cogliere alle spalle gli avversari trasformandoli in burattini al tuo servizio o semplicemente attaccare a muso duro.
L’aspetto che più di tutto però accomuna questo videogioco ai precedenti è sicuramente la violenta difficoltà del gameplay: dopotutto se “morte” è la terza parola del titolo un motivo ci sarà. Il combattimento è incredibilmente fluido e responsivo, ponderato e persino più accurato della saga Souls, la cui velocità e mobilità ricordano molto da vicino quella di Bloodborne.

…MA NON TROPPO
Nonostante si discosti molto dai suoi precedessori, qui Miyazaki ha voluto realizzare un videogioco avventura arcade che ben rappresentasse i ninja e lo scontro di due spade. Di conseguenza l’esplorazione avviene seguendo una profonda verticalità della mappa, ogni battaglia è quasi sempre uno contro uno, non c’è multiplayer online e nemmeno la personalizzazione del protagonista (caratteristica imprescindibile dei GdR), il quale dovrà contare “solo” sulla sua katana – per la quale svilupperà un albero di abilità per padroneggiare stili diversi – e sul braccio prostetico, grazie a cui potrà sfruttare asce, scudi o anche diversivi tipici di giochi stealth (dove ci si muove furtivamente) come nella serie Tenchu a cui si ispira.
Per questo il gameplay è molto diverso: invece di diventare più forte associando migliori statistiche ed equipaggiamenti il gioco consiste fondamentalmente in una battaglia di posture. Attraverso parate, deviazioni e colpi inferti al momento giusto il nostro eroe può abbassare la postura dell’avversario a sufficienza da infliggere un colpo fatale, sempre rappresentato con una macabra e cruenta animazione che però dà sempre soddisfazione e non annoia mai.

 

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Categorie: Tecnologie

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