Home » Scoprire Torino » Guida all’arte urbana: Santa Rita e Mirafiori Nord

18 Luglio 2019

Guida all’arte urbana: Santa Rita e Mirafiori Nord

Viaggio nell’arte urbana torinese: dalle celebri installazioni di Tony Cragg ai murales e alle sculture che animano i quartieri meno centrali della città

Fabio Gusella

murales_via Don Grioli

Alcuni murales degli studenti del liceo artistico Cottini presso il mercato coperto di via Don Grioli

Troppo spesso le guide turistiche dimenticano quante opere d’arte abitino le zone periferiche di Torino. Pertanto, qui di seguito vi daremo alcune indicazioni per raggiungere murales, sculture e installazioni che rendono le nostre periferie più vive che mai.
In questo viaggio, ci siamo fatti accompagnare da Marzia Bolle, giovane storica dell’arte e coautrice de L’arte nelle strade di Torino (2017 Edizioni del Capricorno), una guida illustrata alla scoperta dell’arte moderna e contemporanea in città.

Il nostro tour comincia da largo Orbassano, nel cuore del quartiere di Santa Rita.
Come ci spiega Bolle, l’installazione che sorge al centro del piazzale risale al 2005, fu realizzata dall’artista danese Per Kirkeby (1938-2018) ed è intitolata Opera per Torino: si tratta di «un doppio portale in mattoni, ma la struttura cela un segreto: dall’esterno le linee appaiono ortogonali, come le strade di Torino, ma una volta entrati si scopre che la pianta è in realtà trapezoidale, con un effetto di falsa prospettiva che illude il nostro occhio facendo risultare la struttura più lunga del reale». Kirkeby stesso in un’intervista ha affermato: «Volevo creare un’opera che si adattasse all’atmosfera della città, a quella stranissima sensazione quasi surreale che si respira a Torino».

Incamminandoci sul lato sinistro di corso IV Novembre, sul ciglio del Parco Cavalieri di Vittorio Veneto, troviamo il Monumento ai caduti di Nassiriya, realizzato nel 2006 dallo scultore e Maresciallo Capo Osvaldo Moi (Silius, 1961), in memoria dei 19 soldati italiani caduti nell’attentato del 2003 in Iraq.

Proseguendo sul corso, si giunge alla zona pedonale antistante lo Stadio Olimpico (piazzale Grande Torino), in cui svettano tre colonne in bronzo alte 10-12 metri ciascuna. Parliamo di Punti di vista, un’installazione realizzata dallo scultore inglese Tony Cragg (1949) in occasione dei XX Giochi Olimpici Invernali tenuti a Torino nel 2006. «Lo sfalsamento di 90° degli assi delle ellissi – racconta Bolle – permette all’osservatore di guardare ogni colonna da diversi punti di vista».

Tornando in corso IV Novembre e procedendo lungo corso Agnelli, dopo aver superato lo stadio imbocchiamo sulla destra via Filadelfia, dove incontriamo sulla sinistra la Scuola Alessandro Antonelli (l’architetto della Mole). Sulle facciate cieche dell’edificio in via Lanfranco, possiamo ammirare i murales realizzati nel 2010 dal gruppo di writer Boc crew e da Mr.Wany. «La prima opera – continua Bolle – rappresenta una testa cuoriforme da cui fuoriesce la Mole Antonelliana, mentre la seconda si intitola Un soffio… e rappresenta un anziano pittore che soffiando dà vita a un’atmosfera magica di gioia e divertimento».

Raggiungiamo via Filadelfia, fino a svoltare a sinistra in corso Siracusa e subito dopo in via Boston. Attraversando i Giardini Natale Re troviamo alcune opere di writing realizzate nel 2015 da Deder, Wubik e Bans. Continuiamo per via Boston fino a giungere in via Guido Reni, si arriva nel cuore del quartiere di Mirafiori Nord: piazza Omero, dalla quale possiamo raggiungere il vicino Giardino Pietro Nenni di corso Tazzoli. Camminando lungo il parco, si incontrano la grande scultura abitabile Totipotent Architecture della britannica Lucy Orta (1966) e Aiuola Transatlantico della piacentina Claudia Losi (1971).

Il nostro percorso può concludersi in piazza Livio Bianco, riqualificata grazie al Programma di Iniziativa Comunitaria Urban 2. All’incrocio con via De Canal, dietro la scultura anonima Tempus fugit, appare uno storico murale degli anni ’70. «Quest’opera – ci spiega Marzia Bolle – riassume la storia del quartiere illustrando l’inesorabile trasformazione della zona, da campagna popolata da cascine a metropoli con alti palazzi».

Infine, i pilastri del mercato coperto di via Don Giovanni Grioli fungono da supporto per i murales realizzati nel 2016 dagli studenti del vicino liceo artistico Renato Cottini.

Gambe in spalla, c’è un’altra Torino che ci aspetta!

 

Tag: , , , ,

Categorie: Scoprire Torino

Lascia un commento