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19 Luglio 2019

L’economia ha alzato gli occhi al cielo

Imprenditori come Branson, Bezos e Musk sono seriamente interessati al settore dei viaggi spaziali, pur con modalità differenti. Gli investimenti risulteranno profittevoli?

Alessio Colella

Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos

Il 20 luglio del 1969 Neil Armstrong diventava il primo uomo a mettere piede sulla Luna: un risultato sorprendente, nonché “un piccolo passo per un uomo, ma un grande passo per l’umanità”. Erano gli anni della Guerra Fredda, in cui Usa e Urss combattevano a distanza a colpi di innovazioni tecniche e scientifiche, per dimostrare di essere i migliori, spingersi sempre oltre, essere i primi.
A distanza di cinquant’anni ritroviamo esattamente lo stesso spirito, ma i protagonisti non sono più soltanto le varie agenzie governative, bensì compagnie private come quelle di Branson, Bezos e Musk. Il succo della questione è che qualcosa sta cambiando nel modo di percepire lo spazio: non si tratta più di una fresca conquista scientifica che esprime un predominio tecnico, ma di un ambito che può creare profitti. Lo spazio può fruttare denaro nel lungo periodo ed è dimostrato anche dall’attenzione che alcuni fondi sovrani rivolgono al settore. In che modo? Vediamo i principali programmi che i colossi stanno attuando per capire meglio la situazione.

VIRGIN GALACTIC
La società è stata fondata dal patron del Virgin Richard Branson e alcuni test sono già stati portati a termine. È fresca la notizia secondo cui la Virgin Galactic sarà la prima società “spaziale” ad essere quotata in Borsa.
Il modello di business che emerge è molto semplice: raccogliere capitali per coprire gli ingenti costi iniziali per poi cominciare a guadagnare con i primi voli. Lo spazio è un vero e proprio pallino per Branson, il quale ha dichiarato in più occasioni di essere rimasto affascinato quando da bambino osservava lo sbarco sulla Luna.

SPACEX
Elon Musk ha l’obiettivo di trasformare la fantascienza in realtà. Con la sua SpaceX conta di fare un viaggio di sola andata per Marte, contestando però l’ipotesi che il Pianeta Rosso possa essere la futura via d’uscita per i più ricchi dalle condizioni insostenibili della Terra e dichiarando che le possibilità di morte su un altro pianeta sono di gran lunga superiori. Un’affermazione che oggi suona come ovvia, ma che potrebbe essere smentita in futuro dal progresso tecnologico.
Accantonando le ipotesi sull’imprevedibile, quello che conta è l’interesse economico per attività extraterrestri.

BLUE ORIGIN
Anche Jeff Bezos – il numero uno di Amazon – ha creato la sua società spaziale, denominata Blue Origin. Il suo intento è colonizzare la Luna per risparmiare le risorse della Terra e perfezionare le tecniche di viaggio verso gli altri pianeti del sistema solare.
La persona più ricca del mondo ha infatti suggerito di spostare sul satellite tutte le attività più inquinanti, così da limitare il riscaldamento globale. Si tratterebbe di creare vere e proprie colonie produttive orbitanti attorno alla Terra; Bezos si sta infatti attrezzando con mezzi in grado di trasportare materiali pesanti.

Per concludere, Branson ha una visione più romantica dello spazio, visto il suo intento di effettuare delle “gite”, Musk vorrebbe trasferirsi su Marte e Bezos salvare il pianeta portando altrove l’inquinamento. Sono tre punti di vista piuttosto differenti in un settore che è agli albori e richiede enormi investimenti. Nessuno può dire cosa accadrà nei prossimi anni, ma una cosa è certa: l’economia ha alzato gli occhi al cielo.

 

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Categorie: Economia, Tecnologie

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