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8 Agosto 2019

A 50 anni da Woodstock tra nostalgia e ricordi

Il festival musicale più famoso di sempre tra pochi giorni compie mezzo secolo e noi vogliamo ricordarlo così

Carlotta Bianchini

woodstock_1969

Non ha importanza se molti di noi non erano nemmeno nati e se il palcoscenico si trovava dall’altra parte del mondo, perché tutti in qualche modo abbiamo vissuto il fascino hippie del festival musicale di Woodstock e ancora oggi continuiamo ad ascoltare brani di artisti che hanno fatto la storia della musica.
Chi ama il rock non ha mai dimenticato quel 15 agosto dell’ormai lontano 1969 e tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo immaginato di vivere in quella folle epoca d’oro del divertimento, della libertà e del rock.

UN RADUNO PER LA PACE
È interessante pensare che all’epoca, per gli organizzatori, quello di Woodstock fosse solo un evento provinciale nato come un rurale raduno per la pace, luogo di incontro tra musica, spettacolo, gioventù e artisti emergenti, cresciuto improvvisamente di numero tanto da dover trovare una location più grande.
Non a caso, alcuni musicisti rifiutarono l’invito perché reputavano poco prestigioso il palcoscenico.

IL PIÙ FAMOSO EVENTO MUSICALE DELLA STORIA
Tutto ebbe inizio il pomeriggio del 15 agosto, un venerdì, e proseguì per tre intere giornate.
Oggi quei 500.000 ragazzi hippie, lì raccolti per urlare al mondo il bisogno di pace e amore, sono cresciuti e del terreno della piccola cittadina di Bethel, a poca distanza da Woodstock, oltre al ricordo, non rimangono che un cartello, un museo e l’illusione della spensieratezza degli anni Sessanta, di qui tre giorni vissuti cantando, ballando e sballandosi.
Al museo, il Bethel Woods Center of the Arts, quei ragazzi di un tempo e i nostalgici possono ritrovarsi in foto, video e oggetti del loro passato.

“3 DAYS OF PEACE AND MUSIC”
Il manifesto del festival riporta tuttora i nomi di artisti che oggi amiamo tantissimo, che adoravano così tanto la musica da dedicarci un’intera vita e alcuni di loro ancora oggi, nel 2019, esprimono la loro arte sui palcoscenici di tutto il mondo, raccogliendo in brevissimo tempo il tutto esaurito. Tra questi, il primo nome è Joan Baez, che ha fatto della sua musica un’arma di pace dando voce con le sue canzoni alla libertà e alla difesa dei diritti umani. E proprio a Collegno, poche settimane fa, ha salutato l’Italia prima del suo ritiro dalle scene.
Ma da quella collina sono passati nomi importanti come Carlos Santana, Jimi Hendrix, The Who, Janis Joplin e tantissimi altri, artisti ascoltati ancora oggi da tutti gli amanti del genere, a prescindere da età, provenienza e background.

I FESTEGGIAMENTI
Per un po’ di mesi si era parlato di un ritorno sul posto con “Woodstock 50”, ma purtroppo, causa mancati permessi, l’evento è stato annullato.
In sostituzione, in vari cinema e teatri americani verrà proiettato per l’occasione il director’s cut che aggiunge scene inedite al documentario originale del 1970, conferendogli una durata totale di quasi quattro ore. Ma non solo negli Stati Uniti: anche in Europa e in tutto il mondo sono stati organizzati concerti ed eventi per rendere omaggio a quei tre giorni di libertà e all’unione di un’intera generazione che condivideva sogni e speranze.

 

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Categorie: Cultura, Musica

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