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17 Ottobre 2019

Guida all’arte urbana: San Salvario

Prosegue il nostro tour alla scoperta dell’arte dei quartieri torinesi, tra dipinti di orsi polari, volti realizzati sull’intonaco con lo scalpello e opere legate all’ambiente

Carlotta Bianchini

arte urbana San salvario

L’installazione “The Big Bear” dell’artista Bordalo II

Dopo aver perlustrato i quartieri di Santa Rita e Mirafiori Nord, Barriera di Milano e Mirafiori Sud, la prossima destinazione del nostro tour a caccia di street art è San Salvario, ritratto anche in questo album fotografico. Come per le puntate precedenti, anche questa volta ci siamo affidati alla storica dell’arte Marzia Bolle.

Punto di partenza: via Giacosa 8. All’angolo con via Saluzzo notiamo l’opera I Giocolieri, di Mario Molinari, pittura realizzata sulla facciata dell’edificio dal figlio Jacopo nel 2012. Attraverso elementi come le ruote e i cavalli rappresenta il “movimento” e la vita da condividere con il prossimo.
Svoltando su via Belfiore e alzando lo sguardo al civico 40, scorgiamo Blu cerebrale, realizzato nel 2015 dal writer Corn 79 sulle pareti dell’edificio: una gigantesca sfera che dà l’impressione di provocare, sulla superficie blu, un effetto di movimento delle onde.
Proseguiamo verso il liceo Regina Margherita di via Valperga Caluso 12, il cui muro, dipinto nel 2015 dall’associazione Il Cerchio e le Gocce insieme agli studenti dell’istituto, presenta un ampio murale che rimanda alle opere del Bauhaus del primo Novecento.

Passando dal retro dell’edificio e andando verso via Madama Cristina, giungiamo al Teatro Colosseo, che presenta sotto all’insegna l’opera tridimensionale dell’artista Peeta e, sulla facciata laterale che dà su via Bidone, un insieme di opere sovrapposte. Non si può non notare The Big Bear, installazione dell’artista portoghese Bordalo II creata nel 2016 in occasione della sua prima mostra in Italia dal titolo Decomposed. L’enorme orso è stato realizzato assemblando rifiuti come un cassonetto, un telaio di una bicicletta e lamiere per creare un “big trash animal” alto circa 8 metri. L’opera vuole essere un messaggio ambientalista, un omaggio alla memoria dell’orsa Daniza uccisa in Trentino nel 2014, ma anche una critica al consumismo, i cui rifiuti minacciano la natura. Di fianco notiamo Black Dream Wall, parete che raccoglie i pensieri e i desideri dei passanti, scritti con i gessetti lasciati a disposizione.
Sopra ad essa, City Circle dell’olandese Zedz, che con un chiodo e un cordino ha tracciato sulla superficie, comprensiva di balconi e finestre, un grande cerchio di dieci metri di diametro, dipinto a mano libera. Il disegno rappresenta una pianta schematizzata del quartiere.
Nel cortile interno del Colosseo troviamo Black Machine del duo svizzero Nevercrew, un grande orso polare che nuota in un mare di petrolio, per sottolineare gli effetti del surriscaldamento globale. Quest’opera è molto importante per la street art italiana in quanto ha costituito il primo progetto di connubio fra arte urbana e realtà aumentata. Black Machine può essere infatti fruito anche attraverso l’app Bepart.

arte urbana san salvario

“City Circle” di Zedz

Svoltando a sinistra su via Ormea, sulla parete della Clinica Sedes Sapientiae, il murale Duel di Etn!k (anch’esso fruibile tramite Bepart) rappresenta il conflitto tra la città e la natura che si riprende i suoi spazi germogliando tra un edificio e l’altro.
Ci spostiamo adesso su corso Massimo d’Azeglio. Al numero 76 troviamo Figure col Sole, scultura di Franco Garelli pensata come una fontana e realizzata con scarti industriali ferrosi assemblati in modo da creare una nuvola e un sole.
Deviando su via Petrarca raggiungiamo via Nizza 50 dove troviamo, sulla facciata cieca di un palazzo, il volto di un uomo realizzato con lo scalpello del portoghese Vhils. È un uomo qualunque, fotografato dallo stesso autore durante uno dei suoi viaggi.

Percorrendo via Argentero arriviamo in via Lugaro. Nel parcheggio de La Stampa possiamo scorgere un murale imponente dal titolo AbitHoudini, realizzato da Agostino Iacurci, artista pugliese che lavorando sui concetti di realtà e illusione ha voluto proporre alcune scene di vita quotidiana di un prestigiatore: scorci di interni ed esterni della casa di una persona che nella vita costruisce illusioni fino ad assuefarsi ai trucchi e portarli nella propria esistenza con totale indifferenza.

Svoltando in corso Dante, a sinistra ci ritroviamo nel giardino Luigi Firpo, dove sono stati realizzati due murales, uno di Ride e uno di Weed; scendendo da via Grossi e girando in via Benvenuto Cellini, al civico 11 ci imbattiamo nell’opera di Xel dal titolo Omaggio a Georges Braque.
Proseguiamo in direzione corso Bramante e scendiamo lungo le campate del cavalcavia per osservare un lungo murale frutto di diversi artisti nell’ambito di Pic Turin 2010 e con l’intervento successivo del 2018 di molti altri.

Come ultima opera del tour, scopriamo Dal Vecchio al Nuovo, situata all’incrocio tra corso Bramante e corso Massimo d’Azeglio, nelle vicinanze del ponte Franco Balbis. L’opera, vincitrice nel 1994 del Premio di Scultura Umberto Mastroianni, è costituita da un alto parallelepipedo di pietra sulla cui cima è posta una sfera di acciaio sulla quale, in un equilibrio falsamente precario, è posta una cassa di ferro arrugginita dalla quale cola catrame solidificato. Si tratta di un’opera simbolica, dove il “vecchio” è rappresentato dal monolito, mentre il nuovo dalla cassa in ferro posta in bilico.

 

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Categorie: Scoprire Torino

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