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12 Novembre 2019

I racconti di “Buonanotte? Buon lavoro!”: Manuela, lettrice notturna

Per lei la notte è la primavera del giorno. Un’altra storia di giovani lavoratori e volontari che di notte svolgono attività indispensabili per il benessere della comunità

Giovanni Mauriello

Manuela lettrice notturna

Manuela, lettrice notturna (foto di Federico Mereu)

Il sole è tramontato, le saracinesche dei negozi sono giù da più di un’ora. In molti decidono di lasciare le scarpe sull’uscio di casa e di sostituirle con delle comode pantofole, altri invece hanno voglia di continuare a vivere la città, vogliono vedere Torino sotto la luce pallida della luna.

Manuela è una di loro, è un animale notturno. Definirla (solo) attrice è riduttivo: al Faust, un piccolo locale di via della Rocca, Manuela è stesa su un letto e legge; le persone la osservano, aspettano che quel momento così intimo si trasformi in un’esperienza collettiva. Per lei la notte è la primavera del giorno.

Tra parole che rincorrono parole, passa così tutta la notte: c’è chi raggiunge il locale appositamente per accomodarsi al suo fianco, come si fa con un amico; altri invece passano di lì per caso ed entrano a curiosare: si ritrovano davanti agli occhi un materasso senza struttura né spalliera e, agli angoli della sala, delle grandi teche che contengono libri, certo, ma anche insetti stecco. Perché? Perché loro, come noi, sono lì per nutrirsi: non pungono, non volano, non scappano. Sono lì per ascoltare, per godere di quell’ambiente.

L’obiettivo al Faust è proprio questo, dopotutto: sfruttare un momento destinato al sogno e condirlo di poesia. Esiste modo migliore per andare incontro alle prime luci del mattino?

 

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Categorie: Lavoro

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