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30 Dicembre 2019

I racconti di “Buonanotte? Buon lavoro!”: Giacomo, in paninoteca

La sua è una vita “al contrario”, così la chiama Jack. L’ultima storia di giovani lavoratori e volontari che di notte svolgono attività indispensabili per il benessere della comunità

Michela Lopriore

Giacomo in paninoteca

Giacomo, in paninoteca (foto di Federico Mereu)

Giacomo, 27 anni, conosciuto da tutti come Jack, porta sul polso sinistro un braccialetto color arcobaleno e si definisce “bianchissimo” perché il sole non lo vede mai. Nato e cresciuto ad Asti, da quando si è trasferito a Torino per compiere i suoi studi universitari, dorme di giorno e vive di notte: da quattro anni e mezzo lavora da Don Panino, una paninoteca nei pressi di Piazza Vittorio aperta fino alle 3.30 durante la settimana e alle 5.30-6 nei weekend. La sua è una vita “al contrario”, così la chiama Jack. Se un amico gli propone il classico caffè del dopo pranzo a lui risulta complicatissimo e – per quanto a molti possa sembrare un paradosso – preferisce che gli si dia appuntamento alle 7 del mattino, anche perché difficilmente si addormenta prima delle 8.

Giacomo nel frattempo ha lasciato l’università e se gli si chiede qualcosa riguardo al futuro risponde che al momento non ha in programma nulla di particolare, vive alla giornata – o meglio – alla nottata. Con leggera incertezza aggiunge che non esclude possa valutare qualche nuova opportunità, magari una mansione che richieda di lavorare di giorno, anche se abituarsi non sarebbe facile. Giacomo da Don Panino sta bene e ricorda con piacere le serate passate con i propri clienti, quelli coi quali gli risulta facile instaurare un legame naturale e diretto perché, come lui, fanno parte del “popolo della notte”.

 

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