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25 Novembre 2019

Al Torino Film Festival lezione di cinema con Carlo Verdone

Il regista romano, guest director della rassegna, ha raccontato Sunset Boulevard di Billy Wilder, vincitore di tre premi Oscar e feroce critica allo star system di Hollywood

Alessio Colella

Emaniela Martini durante la presentazione di Sunset Boulevard -Torino Film Festival 2019

Carlo Verdone ed Emanuela Martini durante la presentazione di Sunset Boulevard

Fino al 30 novembre si tiene in città la 37a edizione del Torino Film Festival, con proiezioni nei cinema Massimo, Reposi e Classico. Il programma è ricco di appuntamenti tra film di recente uscita e grandi classici e prevede spettacoli dal mattino fino a tarda serata.
Fra i grandi ospiti di questa edizione c’è Carlo Verdone, invitato infatti al TFF come Guest Director. Per il ciclo di incontri Cinque grandi emozioni ha scelto altrettanti film, pellicole che lo hanno appassionato sia per la regia che per l’interpretazione degli attori: Ordet, Buon Compleanno Mr. Grape, Divorzio all’italiana, Oltre il giardino e Viale del tramonto.
Sabato sera è stato il turno di quest’ultimo e la sua presentazione è stata curata da Verdone insieme alla direttrice del TFF Emanuela Martini.

IL COMMENTO
Il regista è stato accolto in sala dagli applausi del pubblico, spiegando da subito i motivi delle sue scelte al festival: «Faccio commedie, ma da spettatore tra un film drammatico e una commedia scelgo il primo. Il comico deve essere molto forte affinché mi appassioni, mentre il drammatico mi fa pensare, mi pone degli interrogativi. Questo genere mi appassiona di più».
Ha poi raccontato il suo primo incontro con Viale del tramonto (1951), quando da ragazzo passava i pomeriggi insieme agli amici al cineclub Tevere, definendo il film come il più bel noir che abbia mai visto: «È un film che ha un sapore di morte. Racconta l’effimero, quanto durano poco il tuo corpo e la tua fama, come il cambio delle mode cancella l’artista. Non c’è memoria. Una delle scene più belle è quando la Desmond vuole tornare agli Studios e le nuove guardie non la riconoscono, se la ricorda solo un vecchio custode». Versone ha regalato al pubblico curiosità su regista e attori del film, parlando anche degli arredi di villa Desmond, tutti appartenenti all’attrice protagonista Gloria Swanson. Ha poi concluso simpaticamente: «Non vi preoccupate che il film è bono».

IL FILM
La pellicola è arrivata in Italia negli anni Cinquanta con il titolo Viale del tramonto.
La vicenda si apre con un corpo galleggiante a faccia in giù nella piscina di una villa hollywoodiana, con i poliziotti che si apprestano a raggiungere il luogo del delitto. Si tratta del cadavere del soggettista Joe Gillis (William Holden) e il film si sviluppa attraverso un unico flashback. Gillis vive in un piccolo appartamento ed è perseguitato dalla società finanziaria che vuole sequestrargli l’auto perché non ha pagato i suoi debiti. Fuggendo dall’inseguimento degli emissari della compagnia fora una gomma, ma riesce a deviare in un vialetto che porta a una villa. Tutto sembra abbandonato e reputa che possa essere il posto perfetto per nascondere la sua vettura. L’ambiente è immenso, ma allo stesso tempo fatiscente e desolato. Scambiato per un necroforo, viene accolto nella dimora dal maggiordomo Max (Erich von Stroheim) e conosce immediatamente la padrona di casa Norma Desmond (Gloria Swanson), una ex stella del cinema muto, mentre è intenta ad allestire il funerale della propria scimmietta. Chiarito l’equivoco, Gillis approfondisce la conoscenza della Desmond e scopre che sta lavorando a una sceneggiatura: coglie al volo l’occasione e le offre il suo aiuto dietro lauto compenso. Da questo momento inizia una sorta di prigionia più o meno volontaria per Gillis, tra regali di lusso e il comportamento patetico della Desmond che vive nel passato, credendo, con la complicità di Max, di essere ancora venerata come una star, quando in verità il mondo l’ha dimenticata. Si scopre anche che il maggiordomo è in realtà il regista che l’aveva scoperta, nonché il suo primo marito. Gillis, sopraffatto dalle circostanze, la mette davanti alla realtà, ma lei gli spara alla schiena. La scena finale è grottesca. La Desmond è chiusa nel suo mondo, con gli agenti che la interrogano invano, ma appena sente che le telecamere dei giornalisti sono arrivate, scende lungo la scalinata della villa credendo di dover girare un film, con il maggiordomo Max a dirigere il tutto.

 

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Categorie: Cultura

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