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8 Giugno 2020

Volontariato a Torino: Chiara ed EticoScienza

Il terzo appuntamento sulle realtà associative è dedicato alla giovane studiosa fondatrice di un’associazione che promuove l’etologia etica

Giovanni B. Corvino

Ragazza inginocchiata vicino a due lemuri - Chiara Grasso EticoScienza

Chiara durante una delle sue esperienze di volontariato all’estero

Il volontariato è un’attività che può essere svolta in svariati settori. Abbiamo visto nei mesi scorsi che può interessare la comunità Lgbtqia*+ e i reparti ospedalieri. Oggi ci occupiamo di animali con Chiara Grasso – etologa presidentessa dell’associazione EticoScienza, da lei fondata – che ci racconta della sua esperienza in diversi Paesi extraeuropei prima di tornare in Italia e continuare a impegnarsi nella tutela della natura.
Nata e cresciuta a Torino, 28 anni, dopo essersi laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche e poi in Evoluzione del Comportamento Animale e dell’Uomo è partita per salvaguardare specie protette in Sudafrica, Romania, Costa Rica e Namibia. Facendo tesoro dei suoi soggiorni all’estero, insieme al suo compagno biologo Christian Lenzi, Chiara ha promosso in Italia l’“etologia etica”, nuova disciplina scientifica che affronta i temi morali del nostro rapporto con gli animali e con la natura, nella convinzione che non possa esistere conservazione senza educazione.

Perché hai deciso di dedicarti agli animali attraverso il volontariato?
«È nato tutto all’università, un tassello importantissimo nella formazione di un giovane, ma quello che ho sempre creduto è che non prepara a sufficienza nella parte pratica. Così, fin da dopo la laurea triennale sono partita per un progetto di volontariato in Namibia per “sporcarmi le mani”. Ho poi continuato fino a oggi con progetti au pair in giro per l’Europa, con il volontariato in canile in Italia, altre iniziative con le scimmie in Sudafrica e in un centro di recupero in Costa Rica. Quello che volevo era donare il mio tempo e le mie competenze per aiutare gli animali, dando così loro un’altra possibilità».

Quali sono le attività promosse dalla tua associazione che si differenziano dalle altre?
«Noi ci occupiamo di divulgazione ed educazione ambientale. Siamo andati nelle scuole, ai festival scientifici e alle fiere per parlare con i bambini, per farli giocare con la scienza ed educarli al rispetto dell’ambiente e degli animali. Facciamo convegni con docenti universitari, ricerca scientifica per nutrire la bibliografia internazionale di nuove scoperte, organizziamo corsi e seminari online per i giovani, sul nostro sito web e sui social media, per dare le giuste informazioni sull’etologia. Collaboriamo con tante realtà di conservazione, come il Jane Goodall Institute Italia. Per via dell’attuale situazione sanitaria abbiamo dovuto rinviare molti dei nostri progetti, tra cui aperitivi, serate a tema e caffè scientifici. Questo un po’ mi ha rattristata, anche perché ero appena tornata da 5 mesi di savana, quindi avrei voluto condividere tutto, ma stiamo facendo tanto sui social quindi “andrà tutto bene”. Infatti, spero presto, apriremo il nostro centro educativo in una cascina in mezzo al bosco alle porte di Torino».

Il tuo impegno nel sociale ha avuto dei risvolti a livello professionale?
«Assolutamente sì. Grazie a EticoScienza mi sono fatta conoscere da tanti professionisti con cui ho iniziato a collaborare per progetti naturalistici, educativi o di viaggio. Essendo un’associazione no profit noi non prendiamo nessun compenso per il lavoro che facciamo, né per i ruoli che ognuno di noi ricopre al suo interno. Le donazioni e le tessere dei nostri associati servono a ripagare le spese e ad aiutare i progetti che sosteniamo in Africa e in Italia per licaoni, scimpanzé, orsi, leoni e tartarughe. Tuttavia, grazie alle opere di volontariato ora ho una cerchia di contatti e una rete di aziende con cui ho collaborato per lavori che altrimenti non avrei mai trovato! Quindi sì, l’impegno nel sociale aiuta molto nella ricerca del lavoro e soprattutto di persone che hanno a cuore i tuoi stessi interessi».

Hai qualche consiglio per chi vuole fare volontariato come te?
«Fare volontariato è un’attività che riempie l’anima, ti fa sentire utile, permettendoti di realizzarti come persona in iniziative che scaldano il cuore. Purtroppo non tutti i progetti, soprattutto all’estero, sono realmente seri. Io per prima sono stata vittima di un volontariato “falso” in Namibia. Ero partita per aiutare gli animali ma mi sono ritrovata a dare il biberon alle scimmie e a portare al guinzaglio i ghepardi, un puro abuso! Gli animali non erano recuperati ma allevati, sfruttati per attirare volontari internazionali che pagavano migliaia di dollari questa esperienza. Un business fatto sulla pelle di queste creature e sull’innocenza ignorante dei ragazzi che credevano di fare del bene. Di questa esperienza ho parlato al TEDx di Rovigo. Quindi, prima regola: non devono permetterti di interagire con gli animali. Seconda: non andare in un centro che ha tanti cuccioli. Gli altri consigli sono sul nostro sito. Non bisogna buttare soldi, tempo ed energie in progetti poco seri che sfruttano gli animali, quando tu vuoi essere lì per salvarli».

 

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Categorie: Ambiente

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