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17 Giugno 2020

Le suggestioni della montagna torinese: la Val d’Ala

Alla scoperta delle Valli di Lanzo, situate a meno di un’ora di macchina dalla città: escursioni nei boschi, vette maestose e paesi ricchi di tradizioni e cultura

Fabiana Re

Cielo, montagne e rive che si specchiano nel Lago di Afframont in Val d'Ala

Il Lago di Afframont in Val d’Ala

Quali parole usare per descrivere il richiamo della montagna? È la voce magnetica delle vette che, ammirate da lontano, invitano a perdersi tra i loro sentieri. Vi sono cime dal tono suadente, che grazie alla loro fama riescono ad attrarre a sé folle di visitatori. Poi ci sono valli più timide, perle ancora tagliate fuori dai convenzionali itinerari turistici, che vivono all’ombra delle loro celebri sorelle.
È il caso delle Valli di Lanzo, così vicine a Torino – da cui distano poco più di un’ora in macchina – eppure così sottovalutate. L’anomala estate portata dalla Fase 3 dell’emergenza Coronavirus ci invita a riscoprire le bellezze locali nel nome del turismo di prossimità, e a prediligere gli ampi spazi aperti. L’occasione ideale per calzare gli scarponi da montagna ed esplorare queste tratte alpine, a cui dedicheremo una serie di articoli.

LE VALLI DI LANZO NELLA STORIA
Val di Viù, Val d’Ala e Val Grande: elencate da sud a nord, sono queste le tre sorelle in cui le Valli di Lanzo sono ripartite. Situate sullo spartiacque italo-francese, sono costellate da piccoli comuni e frazioni in cui gli abitanti più anziani parlano con fierezza il dialetto franco-provenzale.
Scelte come meta di villeggiatura dalla borghesia torinese nell’800, le Valli di Lanzo a quei tempi si fregiavano del titolo di “Svizzera del Piemonte”. Dopo il boom turistico, nei primi decenni del XX secolo finirono però nel dimenticatoio, surclassate da altre località montane meglio attrezzate, collegate o semplicemente pubblicizzate, come la Valle di Susa.
Oggi le Valli di Lanzo sono troppo spesso viste solo come il luogo adatto a organizzare un picnic estivo lontano dalla calura cittadina o a mangiare un piatto di polenta. Un territorio consumato da superficiali gite “mordi e fuggi”, che merita invece di essere riscoperto.

LA VAL D’ALA, TRA VETTE E MERIDIANE
Il nostro viaggio tra le montagne torinesi ha inizio nella Val d’Ala. Un esordio in grande stile: qui si trovano le cime più alte della zona, che offrono scorci e suggestioni introvabili altrove.
L’Uja di Bessanese – monolitico guardiano alto 3.604 metri – veglia sulla vallata, separandola dalla vicina Francia. Il luogo migliore dal quale ammirare la sua imponenza è il Pian della Mussa, capolinea della strada asfaltata che dall’abitato di Ceres si inerpica nella Val d’Ala. Situato a 1.850 metri di altezza, l’altopiano si dischiude come un regalo inatteso al termine di una lunga salita a tornanti tra i pendii boscosi. D’inverno l’ultimo tratto di strada si trasforma in una pista da sci, preservando il pianoro incontaminato dalle incursioni delle automobili.
A metà strada tra Ceres e il Pian della Mussa si incontra Ala di Stura, che dona il nome alla vallata. Con poco più di 400 residenti, il paese vanta una delle più alte concentrazioni in Europa di affreschi e meridiane. Fin dall’antichità il Comune ha tenuto viva la tradizione degli orologi solari: oggi se ne contano 76, ai quali si aggiungono le molte decorazioni pittoriche murarie e le incisioni rupestri. Per questo motivo Ala di Stura è conosciuta come “Paese delle meridiane e degli affreschi” ed è oggetto di un’iniziativa volta a inserirlo nei percorsi turistici culturali nazionali.

ANDAR PER SENTIERI: IL LAGO DI AFFRAMONT
Non si può dire di aver visitato una valle montana senza averne percorso i sentieri. Armati di zaino e scarpe comode, vi suggeriamo un’escursione alla portata di tutti per scoprire i boschi e i paesaggi della Val d’Ala: la salita al Lago di Afframont.
L’itinerario parte dal villaggio Albaron (1.410 m), situato lungo la strada che da Ala di Stura conduce al Pian della Mussa, e in un’ora e mezza di marcia consente di raggiungere uno specchio d’acqua da cartolina. Si sale inizialmente tra i boschi, seguendo la traccia sempre evidente e i bollini rossi dipinti sulle rocce. Il sentiero si fa più pianeggiante una volta raggiunto il vallone di Afframont, poi torna a inerpicarsi tra le piante di rododendro.
Quando si giunge in vista dell’Alpe Pian del Lago, la meta è ormai vicina: lo specchio d’acqua, situato a 1.986 metri di altezza, si nasconde dietro un’ultima balza erbosa. Le sue sponde si prestano a lunghe soste per scattare foto e recuperare le energie dopo la salita. Spesso sono frequentate anche da camosci e caprioli, soprattutto nei mesi estivi. Non disturbateli: sono loro i padroni di casa.

 

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Categorie: Vacanze-weekend

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