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26 Giugno 2020

Human Library, persone da sfogliare

Mezz’ora di dialogo fra sconosciuti per combattere insieme i pregiudizi: è la “biblioteca vivente”, che domani festeggia 20 anni di eventi in tutto il mondo

Fabio Gusella

Foto in bianco e nero, uomo con tanti tatuaggi scherza con ragazza - Human Library

La Human Library cerca di abbattere i pregiudizi fra le persone

Una biblioteca particolare che permette di “prendere in prestito” e parlare con quelli che vengono chiamati “libri viventi”, ossia sconosciuti che si riconoscono parte di una minoranza discriminata. Parliamo della Human Library, un’iniziativa nata vent’anni fa in Danimarca e oggi diffusa in 85 paesi, Italia compresa.
L’obiettivo del progetto? Consentire alle persone interessate di “leggere” le vite degli altri, contribuendo ad abbattere distanze, stereotipi e pregiudizi, azioni riassumibili con il verbo inglese unjudge, che si può tradurre con “togliere il giudizio”. Ne parliamo oggi perché domani si festeggia l’anniversario dell’iniziativa con il World Unjudgement Day.

GLI OBIETTIVI
Non giudicare un libro dalla copertina”: questo è il motto che campeggia sul catalogo della Human Library, dove vediamo scorrere etichette come “senzatetto”, “alcolista” e “poliamorosa”, che attivano eventuali pregiudizi del lettore. Una volta inserite nella biblioteca, però, le persone-libro cessano di essere categorie astratte e assumono un volto e un nome, diventando cioè un “libro in carne e ossa”.
Quando non conosciamo una persona tendiamo a vederla attraverso le lenti distorte del pregiudizio, in bianco e nero, una figura bidimensionale assimilabile a una nostra categoria mentale. Questo approccio ci impedisce di cogliere le sfaccettature della realtà, intrappolandoci in una lettura semplificata che esalta le differenze e sminuisce le somiglianze, ampliando il già profondo divario fra i presunti “normali” e i cosiddetti “diversi”. Al contrario, la Human Library ci aiuta a relazionarci con la complessità tridimensionale e quindi con la variegata bellezza dell’umanità.

COME FUNZIONA UNA BIBLIOTECA VIVENTE?
Gli incontri fra “lettore” e “libro vivente” sono completamente gratuiti e vengono spesso ospitati durante festival e conferenze, ma anche presso musei, biblioteche scuole, università e aziende.
Chi volesse raccontare la propria esperienza di vita e metterla a disposizione degli altri può compilare e inviare una domanda, che verrà opportunamente valutata dai “bibliotecari”. Dal canto loro, i lettori interessati possono consultare il catalogo e la sezione eventi per restare aggiornati sui futuri appuntamenti.
Solitamente, le occasioni di incontro non superano i due giorni di durata e una conversazione fra lettore e “libro” ha una durata media di mezz’ora.

DA COPENHAGEN ALL’ITALIA
Nata a Copenhagen nel 2000, Human Library fu creata da un gruppo di ragazzi per reagire a un’aggressione razzista. L’iniziativa ebbe fin da subito un enorme successo e nel 2003 è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa e via via esportata nel mondo. Fondare una biblioteca vivente nella propria città è facile: basta compilare un modulo online da mandare agli organizzatori.
Secondo un’indagine dell’Associazione Culturale Pandora, creatrice della Human Library Toscana, le biblioteche viventi italiane sarebbero almeno nove. Tutto comincia a Torino nel 2007, quando l’associazione universitaria Giosef Unito fonda la prima human library del nostro paese. Negli anni seguenti l’iniziativa si è diffusa anche a Milano, Verona, Bergamo, Treviso, Pistoia e Palermo e alcuni giovani italiani hanno fondato una biblioteca vivente a Bruxelles.

LE BIBLIOTECHE VIVENTI ONLINE
A causa delle norme anti-Covid, anche questo tipo di incontri si è trasferito sul web.
Il 20 giugno scorso, ad esempio, la Fondazione Empatia Milano ha lanciato la versione online della sua Fem Human Library, una serie di videochiamate per accorciare le distanze culturali in tempi di distanziamento sociale. Chiunque ha potuto partecipare compilando un modulo di iscrizione, prenotando un “libro” dal catalogo e conversando per mezz’ora con la persona scelta.
Ascoltando i “libri viventi”, quindi, è come se finalmente imparassimo a leggere dentro le persone, a vedere il mondo a colori invece che in bianco e nero.

 

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