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30 Giugno 2020

Cosa sono le “Digital humanities”?

Il binomio innovativo tra informatica e scienze umanistiche connette due settori apparentemente molto distanti e offre interessanti opportunità di studio e lavoro

Adele Geja

Immagine di libri antichi che si sgretolano in pixel - digital humanities

Le digital humanities collegano l’informatica con gli studi umanistici

Fare ricerca nel campo umanistico sfruttando gli strumenti informatici e applicando le tecniche computazionali ai settori storico, letterario, linguistico, editoriale, biblioteconomico e dei beni culturali. È l’obiettivo delle digital humanities, tradotto in italiano con “informatica umanistica”, settore di studi sviluppatosi negli ultimi anni e basato su un approccio interdisciplinare alla ricerca nelle scienze umanistiche e alla diffusione di contenuti culturali.
Le potenzialità di questo ambito sono ampie: consentono sia di scoprire nuovi campi di indagine finora inesplorati, sia di allargare il potenziale pubblico di fruitori delle discipline umanistiche tramite le tecnologie digitali, ormai principali mezzi di produzione e distribuzione di conoscenza nella nostra società.

APPLICAZIONI: VENEZIA NEL TEMPO
Archivi e biblioteche digitali, edizioni critiche di testi tramite linguaggi informatici, data visualization, linguistica computazionale, ambienti virtuali e digital storytelling. Sono solo alcune delle numerose possibilità di applicazione dell’informatica alle materie umanistiche, ad esempio tramite tecniche di intelligenza artificiale come il machine learning per analizzare i big data e il text mining per estrarre i contenuti informativi a partire dai contenuti testuali, o le tecnologie del web semantico, volte al miglioramento della comprensione di quanto viene domandato al motore di ricerca, tramite associazioni tra informazioni e dati.
Un esempio di applicazione di questi strumenti è il progetto Venice Time Machine realizzato dall’Archivio di Stato di Venezia, l’École politecnique fédérale de Lausanne e l’Università Ca’ Foscari. Con l’obiettivo di creare una “macchina del tempo” virtuale, sono state digitalizzate numerose serie documentarie mai esplorate in precedenza tramite algoritmi di machine learning “addestrati” a estrarre contenuti testuali dai documenti d’archivio. In questo modo i dati vengono elaborati in meno tempo e in quantità molto maggiori rispetto a quanto riuscirebbe a fare un gruppo di paleografi, permettendo ai ricercatori di ricostruire più facilmente e con maggiore precisione numerosi aspetti della vita quotidiana della Venezia del passato.

POSSIBILITÀ LAVORATIVE
L’interdisciplinarietà di questo campo di studi offre sbocchi occupazionali diversificati: oltre ai tradizionali settori della ricerca e dell’insegnamento, è possibile trovare impiego come esperti nella gestione digitale delle risorse culturali nel settore archivistico, bibliotecario e museale, ma anche in aziende e realtà private che necessitino di competenze trasversali complesse, in grado di far dialogare i sistemi informatici con contenuti “umanistici” e viceversa.
Sono numerose infatti le figure professionali nel campo della produzione e della valorizzazione delle risorse web che potrebbero beneficiare di questo tipo di formazione, come i web content specialist, i social media manager, o gli esperti di open data e web analytics.

DOVE STUDIARE
Nonostante questo settore sia più sviluppato all’estero, soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, anche in Italia non mancano i percorsi di studi per specializzarsi. Una delle città più all’avanguardia è Pisa, che da molti anni propone corsi di laurea triennale e magistrale in Informatica Umanistica.
Sono da menzionare però anche l’Università di Bologna con la laurea magistrale in Digital Humanities and Digital Knowledge e la Cà Foscari di Venezia con un master di primo livello e la nuova laurea magistrale in Digital and Public Humanities.

A TORINO
In collaborazione con l’Università di Genova, UniTO offre un dottorato di ricerca in Digital Humanities. Tecnologie digitali, arti, lingue, culture e comunicazione con l’obiettivo di “formare specialisti versatili e flessibili, capaci di analizzare e diffondere i contenuti culturali delle discipline umanistiche in modo innovativo e originale grazie alla conoscenza delle nuove tecnologie”.
Non sono ancora attivi invece corsi di laurea o master, anche se molti percorsi formativi ultimamente puntano sull’ibridazione tra saperi teorici e tecnologie. Un esempio è il nuovo corso di laurea magistrale del dipartimento di Studi Storici in Scienze del libro, del documento e del patrimonio culturale, che prevede nel piano di studi anche insegnamenti di informatica e programmazione.

 

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Categorie: Tecnologie

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