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15 Luglio 2020

In montagna a due passi da Torino: la Valle di Viù

Nella seconda parte dell’itinerario alla scoperta delle Valli di Lanzo ci attendono laghi alpini, accoglienti rifugi e prodotti tipici

Fabiana Re

Lago alpino - Lago di Malciaussia

Il Lago di Malciaussia nella Valle di Viù

La Valle di Viù, la più meridionale delle tre vallate sorelle, ha un antico guardiano: il Rocciamelone. Con i suoi 3.538 metri di altezza, da millenni veglia su questo ramo delle Valli di Lanzo e sulla strada tutta curve e strettoie che si inerpica verso gli abitati di Viù e Lemie, per poi terminare a Usseglio.
La vetta è una delle più ambite dagli escursionisti e regala panorami grandiosi, ma la salita non è alla portata di tutti: il trekking dura oltre cinque ore, traversata di ghiacciaio inclusa. Se le vostre gambe e il vostro fiato non sono pronti alla sfida, ammirate questo gigante di roccia dal basso e dirigetevi verso le numerose altre attrattive di questo territorio, viziandovi infine con i piaceri gastronomici della valle.

ANDAR PER LAGHI
Il Lago di Malciaussia è la meta ideale per quanti abbiano poca voglia di camminare ma il desiderio di immergersi in un tipico panorama alpino: lo specchio d’acqua si raggiunge in macchina, prestando attenzione alla strada panoramica che lo congiunge a Usseglio e che in questo tratto si fa particolarmente tortuosa e ripida. Le difficoltà alla guida sono pienamente ricompensate dalla vista del lago artificiale, nato con la costruzione della diga negli anni Venti, e dall’anfiteatro di cime in cui è incastonato. Le sue rive sono il luogo ideale per un picnic estivo e i più avventurosi possono anche trascorrervi la notte in tenda; meglio attrezzarsi però con un sacco a pelo caldo: a 1.800 metri di altitudine le temperature serali sono piuttosto rigide.
Il lago è anche punto di partenza per escursioni di varia difficoltà: in meno di un’ora di camminata è possibile raggiungere il Lago Nero, di dimensioni più ridotte ma dall’indubbio fascino. Un sentiero di due ore e mezza conduce invece al Rifugio Ernesto Tazzetti, solitario avamposto in posizione privilegiata alle pendici del Rocciamelone ma attualmente chiuso: troppo difficile garantire la distanza interpersonale minima nei suoi stretti spazi.

UNA NOTTE IN RIFUGIO
Potete incamminarvi invece verso il Rifugio Cibrario, che ha festeggiato la riapertura lo scorso 4 luglio. I volontari del Cai di Leinì hanno preso ogni precauzione per rispettare le normative anti-Covid, riducendo il numero dei posti letto e di coperti nella sala ristoro: per questo motivo se intendete pranzare o pernottare la prenotazione è obbligatoria.
Per raggiungerlo, il sentiero ha inizio da una frazione di Usseglio e non presenta particolare difficoltà, se non la lunghezza. In tre ore di marcia si giunge in vista di questo rifugio dalla storia secolare, il cui nucleo originario venne inaugurato nel 1890 e fu oggetto di successivi ampliamenti.
Oggi pernottare qui è un’esperienza unica: lontano dall’inquinamento luminoso cittadino, il cielo montano sorprende con la sua moltitudine di stelle, mentre i primi raggi del sole a illuminare la conca di Peraciaval sono pura poesia per gli occhi.

LA GASTRONOMIA LOCALE
Dopo aver regalato tante soddisfazioni alla vista, è tempo di accontentare anche il palato. La Val di Viù è il luogo più adatto per assaggiare uno dei cavalli di battaglia della gastronomia locale: la Toma di Lanzo.
Ogni estate il Comune di Usseglio è animato dalla Mostra Nazionale dedicata a questo formaggio e ad altre specialità d’alpeggio , una “rassegna di cultura e gusto” – come definita dagli organizzatori stessi – che attrae un vasto pubblico di golosi. Ma cos’è la toma? L’etimologia del vocabolo è terreno di scontro: di origine popolare, inizia a essere impiegato in documenti scritti a inizio ‘700 e, a seconda delle interpretazioni, può significare “forma”, “taglio”, o “rigonfiamento”. L’incertezza lessicale compensa la rigidità delle caratteristiche del formaggio, accuratamente definite dalla Regione Piemonte. Senza perderci in tecnicismi, la Toma di Lanzo è un formaggio di latte vaccino, lasciato stagionare dai 20 ai 90 giorni: il primo assaggio vi darà conferma dell’eccellenza di questa specialità.
Per ovvie ragioni l’estate 2020 resterà orfana della sua sagra, ma i prodotti caseari locali possono essere acquistati facilmente nei negozi di alimentari della valle o direttamente presso gli alpeggi.

 

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Categorie: Vacanze-weekend

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