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21 Luglio 2020

In difesa delle tartarughe marine

In Italia c’è chi si occupa della loro conservazione tra enormi sacrifici e spesso poche soddisfazioni. Per chi vuole dare una mano, in Calabria c’è un’iniziativa da non perdere

Valeria Guardo

tartaruga Caretta caretta in acqua - tartarughe marine

La tartaruga Caretta caretta

Nel Mediterraneo sono state segnalate finora sei specie di tartaruga marina; le più conosciute, però, sono tre: la tartaruga marina comune (Caretta caretta), la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) e la tartaruga verde (Chelonia mydas). Tra queste, la prima è la più diffusa al mondo, dato che si può trovare anche nelle calde acque tropicali dell’Oceano Pacifico e Indiano, come nell’Atlantico.
In Italia la zona di nidificazione più importante è quella della costa ionica della Calabria, mentre aree minori si possono ritrovare nelle isole Pelagie e nella Sicilia meridionale, tutti luoghi dove nel tempo sono sorte realtà di volontariato per la conservazione della specie.

La tartaruga caretta è una specie chelonide carnivora e saprofaga opportunista: nei primi anni di vita a causa delle sue capacità di immersione ancora ridotte, limita la sua zona di alimentazione a quella più in prossimità alla superficie del mare, dove tende a nutrirsi anche di organismi in putrefazione. Solo successivamente, con l’acquisizione di una maggiore abilità natatoria, prediligerà le prede dei fondali bassi.

È possibile riconoscere una tartaruga caretta grazie alla forma allungata del suo corpo che ricorda, se vista di pancia, una mandorla. Alla nascita misura circa 5 cm mentre un esemplare adulto arriva a 80-140 cm di lunghezza e la massa può variare tra i 100 e i 160 kg. La testa è grande e possiede un rostro incurvato mentre gli arti sono pinne molto sviluppate (in particolare quelle anteriori) che fanno della tartaruga marina comune una nuotatrice provetta. Presenta una colorazione scura di un rosso tendente al marrone striato e un piastrone (la parte addominale) giallastro con larghe macchie arancio.
La distinzione fra i sessi è possibile grazie alla lunga coda che si sviluppa con la maturità sessuale (intorno ai 13 anni di età) e alle unghie degli arti anteriori, caratteri più sviluppati nel maschio.

La tartaruga caretta è presente nella Direttiva Habitat (92/43/CEE) come specie particolarmente protetta, soggetta a diverse minacce da parte dell’uomo: in primis, è vittima di pesca accidentale nelle spadare o con tramagli e palamiti. Si tratta di un tipo di pesca indiscriminato che, nel primo caso, è addirittura illegale e non regolamentato. In secondo luogo, la posa delle uova è minacciata dal turismo balneare nei siti di nidificazione e questi animali in genere risentono della degradazione del loro habitat e della presenza umana.

A Brancaleone (RC) è attivo dal 2006 il Centro Recupero Tartarughe Marine, che si occupa di soccorrere, curare, riabilitare e restituire al mare gli esemplari in difficoltà rinvenuti sul territorio regionale e  nell’area di Messina.
La struttura è gestita dall’associazione senza scopo di lucro Blue Conservancy e in tutti questi anni ha salvato oltre 600 tartarughe, tra enormi sacrifici e spesso dispiaceri: nel 2018, infatti, ha rischiato di chiudere i battenti a causa di una mozione di sfratto da parte del Comune di Brancaleone alla quale, fortunatamente, la presidenza della Regione Calabria ha posto rimedio.

L’associazione svolge un ruolo molto importante nella sensibilizzazione alle tematiche ambientali e alla conservazione della Caretta caretta e ogni estate apre le porte del suo centro ai turisti che vogliono visitare l’ospedale delle tartarughe e conoscere più a fondo questa specie. È anche possibile sostenere le attività con una donazione.

 

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Categorie: Ambiente

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