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2 Settembre 2020

Reporter Senza Frontiere, in difesa della libertà di informazione

L’organizzazione nata 35 anni fa tiene alta l’attenzione sul lavoro dei giornalisti, in un mondo dove miliardi di persone non hanno libero accesso alle notizie

Noemi Casale

Giornalista di schiena con caschetto e scritta Press

Reporter Senza Frontiere pubblica ogni anno il World Freedom Press Index

“La libertà di informazione è la libertà che ti permette di verificare l’esistenza di tutte le altre libertà” (Win Tin, giornalista birmano).

L’articolo 19 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo enuncia che “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”, eppure quasi la metà della popolazione mondiale non ha accesso a un’informazione libera.

Reporter Senza Frontiere (Rsf) è un’associazione fondata da quattro giornalisti a Montpellier, nel sud della Francia, nel 1985 e registrata dieci anni dopo come ong. Oggi ha base a Parigi e diverse sedi in tutto il mondo tra cui Tunisi, Washington e Rio de Janeiro e conta un network di corrispondenti in 130 nazioni.
I report e i progetti che porta avanti sono tradotti in più di dieci lingue e hanno rilevanza internazionale, tanto che sono utilizzati da organismi come la Banca Mondiale o il Commissariato Onu per i Rifugiati per decidere l’allocazione di aiuti e risorse.

Il lavoro svolto da Rsf si declina in diversi aspetti.
Prima di tutto la già menzionata tutela della libertà di informare ed essere informati, che garantisce la difesa di tutte le altre libertà degli individui, oltre alla dignità umana. L’organizzazione promuove la democrazia e lo sviluppo attraverso il mantenimento di un dibattito aperto nella società o l’attività di emersione di punti di vista che altrimenti in regimi dittatoriali rimarrebbero esclusi e puniti. La libertà di informazione costringe alla trasparenza del settore privato e alla coerenza delle politiche pubbliche e in questo senso la pressione esercitata sui governi spesso porta miglioramenti concreti anche a sistema legislativo.

Rsf ha una concreta capacità di mobilitazione pubblica per mantenere i riflettori accesi su proteste o violazioni che avvengono nei confronti di giornalisti; inoltre è in grado di mettere in piedi un sistema di protezione per reporter e operatori in zone di guerra o per blogger in pericolo: dalla fornitura di giubbotti anti proiettile all’assistenza legale, l’organizzazione è accanto a chi decide di dedicare la propria vita a raccontare le vicende del mondo, anche e soprattutto quelle più spiacevoli.

Negli ultimi anni alle attività di Rsf si è aggiunta la formazione delle persone all’utilizzo dei nuovi media, in particolare per combattere la censura online.
Un altro strumento molto potente è il World Press Freedom Index, un rapporto pubblicato annualmente che misura il livello di libertà in 180 paesi. Si tratta di un questionario a cui tutti possono rispondere e dal 2012, anno in cui il report è stato lanciato, ha triplicato il numero di riscontri ricevuti (per la cronaca, quest’anno l’Italia è al 41° posto). Ogni dodici mesi viene anche pubblicato un documento che riporta le violenze e gli abusi contro i giornalisti, sia a livello nazionale che a livello regionale.

Denunciare fatti illeciti e abusi, tenere alta l’allerta dell’opinione pubblica, sostenere giornalisti che subiscono intimidazioni e attacchi: il lavoro di Rsf contribuisce a rendere migliore il mondo in cui viviamo.

 

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Categorie: Lavoro

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