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22 Settembre 2020

Circo senza animali, una realtà possibile

Alcuni spettacoli già ricreano virtualmente le performance che in molti vorrebbero vietare, mentre anche in Italia qualcosa si muove a livello normativo

Giovanni B. Corvino

Ologramma di elefante al Circus Roncalli

Ologramma di elefante al Circus Roncalli

Proiettori che creano giochi di luce e ologrammi di elefanti giocolieri, tigri e leoni che saltano nel fuoco, orsi acrobati, e tanto altro ancora. È un numero del Circus Roncalli – fondato a Vienna nel 1976 da Bernhard Paul e André Heller – che ha detto basta all’utilizzo degli animali in cattività.

Da anni decine di associazioni lottano in questo senso, sottolineando quanto scimmie che guidano mini-motociclette, pachidermi su due zampe che giocano a palla e cavalli in pose volutamente precarie siano situazioni che portano gli animali ad attuare comportamenti innaturali e fisicamente faticosi da compiere; senza contare gli episodi di violenza talvolta riportati per l’uso di pungoli elettrici, catene o frustate.

L’impiego degli animali negli spettacoli circensi è stato tema di dibattito giuridico già in 23 paesi. Per il momento, in Austria, Belgio, Croazia, Lettonia, Malta, Paesi Bassi e Slovenia sono protette solo le specie esotiche, ma sembra esserci da più parti la volontà di promuovere l’esclusione totale, come già avviene in Grecia e a Cipro.
Nel frattempo, molti altri circhi stanno sperimentando con successo il modello Roncalli, grazie a normative sempre più stringenti.

Per quanto riguarda l’Italia, il 15 gennaio 2020 in Senato è stata votata una risoluzione atta a vietare l’impiego degli animali nei circhi. Movimento 5 Stelle, Pd e Italia Viva hanno accolto la proposta mentre il centrodestra, con capofila la Lega, si è rivelato restio.
Come si legge nel provvedimento, comunque ora il governo dovrà “valutare, nell’ambito di un processo di revisione dei criteri di assegnazione dei contributi del Fondo unico dello spettacolo, tenendo conto del decreto ministeriale e della legge n. 175 del 2017, e nelle more dell’approvazione di provvedimenti normativi che prevedano il superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi, l’opportunità di disincentivare i circhi che utilizzano animali e che non si impegnino a non acquisirne di nuovi, garantendo un adeguato monitoraggio di tali processi di dismissione”.

La Lega anti-vivisezione ha definito l’evento un “nuovo importante passo verso l’inclusione dell’Italia nel team di Paesi che nel nome dell’etica e della civiltà hanno già detto no alle dimostrazioni circensi con animali”.
Il disegno di legge di riforma del settore dello spettacolo dal vivo non è ancora stato approvato, probabilmente anche a causa dell’attuale emergenza sanitaria che ha richiesto interventi immediati. Le premesse sembrano però buone e presto forse tigri, elefanti, leoni, scimmie, cavalli… non dovranno più vivere in una gabbia ed esibirsi sotto un tendone.

 

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Categorie: Cultura

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