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16 Ottobre 2020

Rischiare il carcere per una recensione su TripAdvisor

L’americano Wesley Barnes è stato accusato di diffamazione dopo aver pubblicato un parere negativo su un hotel thailandese: qual è il limite della libertà di espressione?

Giovanni B. Corvino

Spiaggia di Koh Chang, Thailandia

La spiaggia thailandese di Koh Chang

Nelle scorse settimane un caso ha scosso l’opinione pubblica internazionale circa uno dei diritti inviolabili dell’uomo: la libertà di pensiero, e di conseguenza, di parola e di stampa.
Wesley Barnes, insegnante americano che viveva in Thailandia per lavoro, quest’estate ha soggiornato presso il Sea View Resort, uno dei più lussuosi dell’isola di Koh Chang, considerata una delle mete più amate dai turisti per via del mare cristallino e della sabbia dorata. L’uomo non avrebbe mai pensato che la sua vacanza si sarebbe trasformata in un vero e proprio incubo, con tanto di possibile condanna fino a cinque anni di carcere.

IL CASO
Barnes non ha gradito il trattamento ricevuto dal personale dell’hotel, scrivendo su TripAdvisor: “È scortese e si comporta come se non volessero nessuno qui”. Questa recensione molto forte ha subito attirato l’attenzione del proprietario del resort, il quale non ha esitato a denunciare l’americano per «danni alla reputazione dell’hotel», come lui stesso ha dichiarato.
È stato però precisato che Barnes aveva pubblicato più recensioni profondamente negative su molti siti. Nonostante la richiesta del resort di chiarire quanto forse era stato solo un fraintendimento, egli si sarebbe dimostrato fortemente contrario anche solo a prestare ascolto. A seguito di ciò, l’uomo è stato denunciato per diffamazione e di conseguenza arrestato, brevemente detenuto e successivamente liberato su cauzione. A oggi il caso è concluso, ma il rischio di una condanna fino a un massimo di cinque anni di prigione e una multa di oltre 5mila euro è stato presente per ben tre mesi.

LE LEGGI ANTIDIFFAMAZIONE THAILANDESI
Come possono delle semplici recensioni negative – scritte da una persona qualunque – essere considerate di così tanta importanza dalle forze dell’ordine? In Thailandia la diffamazione è un reato penale e i cittadini possono avviare procedimenti legali che, qualora persi, non comportano alcuna spesa. Ne consegue che presentare una querela sia ben più sostenibile rispetto ad altri Paesi, ma se l’istanza è portata avanti ne sortisce il medesimo effetto.
Le leggi antidiffamazione thailandesi sono da molto tempo oggetto di dibattito e critiche da parte dei gruppi dei diritti umani poiché sembrerebbero andare contro la libertà di pensiero, parola e stampa, anche in virtù del fatto che possono essere presentate con estrema facilità e determinare conseguenze considerevoli.

IL PRECEDENTE
Già nel 2017 il giornalista della Bbc Jonathan Head era stato sotto processo con lo stesso capo di accusa di Wesley Barnes. La sua vicenda, però, ruotava intorno al diritto di cronaca, in quanto aveva semplicemente raccontato di un pensionato inglese che era stato derubato dalla moglie thailandese e da un avvocato del posto. Il caso si era subito concluso poiché la querela era stata prontamente ritirata dal legale della donna a seguito della risonanza internazionale data dalla Bbc.
Wesley Barnes sembrerebbe aver avuto la stessa “fortuna” poiché dopo che la notizia ha fatto il giro del mondo, il Sea View Resort ha dichiarato che avrebbe rinunciato alla denuncia solo ed esclusivamente se il cittadino statunitense, prima di novembre 2020, si fosse pubblicamente scusato con l’Autorità per il Turismo della Thailandia, l’ambasciata degli Stati Uniti e il sito di TripAdvisor. Barnes ha accettato ed è tornato libero.

 

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