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23 Ottobre 2020

Teenage Bubblegums: il nuovo punk rock italiano

La band romagnola composta da Ally, Billy e Mingu si racconta a un anno dall’uscita dell’ultimo album in studio, con uno sguardo al futuro

Gabriele Costa

Foto due ragazzi e una ragazza con riflessi rossi e blu - Teenage Bubblegums

I Teenage Bubblegums

Pezzi tirati e veloci, alternanza di voce maschile e femminile che spesso si fondono e un punk rock diretto e onesto. Sono i Teenage Bubblegums, giovane terzetto da Forlì composto dai fratelli Ally e Billy (rispettivamente bassista e chitarrista della band) e il batterista Mingu. In giro da una decina d’anni e con tre album e un Ep all’attivo, il gruppo si è guadagnato un notevole seguito nel nostro paese, in Europa e negli Stati Uniti grazie ai continui tour, confermandosi come una delle maggiori rivelazioni nel panorama punk rock italiano.
A settembre la band ha festeggiato il primo anniversario dall’uscita dell’ultimo album In Limbo, che prende le distanze dai precedenti lavori a favore di un’atmosfera più cupa: come loro stessi ammettono, “sad songs for sad people” (canzoni tristi per gente triste). Che cosa è cambiato nel frattempo? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati.

In Limbo ha da poco compiuto un anno e ha confermato una netta differenza nei toni rispetto ai dischi del passato. Come mai?
Ally Bubblegums: «Dal nostro primo disco siamo principalmente cambiati a livello personale, i toni fiduciosi nel tempo si sono incupiti. Quello che suoni è l’esternazione di ciò che provi e In Limbo è il risultato di sentimenti repressi di anni».

Si tratta del vostro album più breve, dalla durata di 14 minuti, qual è stata la sua genesi?
Billy Bubblegums: «Non diamo importanza alla durata di un album o di un pezzo e l’atmosfera che volevamo esprimere ha portato In Limbo. Stati come solitudine, rabbia e angoscia hanno segnato alcuni anni delle nostre vite e sono stati la genesi del disco».

Avete fatto tour in giro per America ed Europa. Quale è il ricordo a cui siete più legati?
Mingu: «Andare in tour e scrivere dischi sono le parti più importanti di una band. L’intimità che si genera è fuori dalla vita ordinaria. Ricordi come le ore in furgone e le notti dormite per terra sono quelli a cui siamo più legati».

Quale è la situazione della scena punk in Italia?
A.B.: «Purtroppo la situazione nella scena italiana non è mai stata coinvolgente quanto quella straniera, il che ci ha sempre spinto a prediligere tour esteri e limitare i live in Italia. A malincuore».

A proposito di limbo, in questo periodo di emergenza sanitaria la musica dal vivo è in crisi. Come ripartire?
B.B.: «Questo periodo è utile per chiudersi in sala prove e scrivere, personalmente stiamo sfruttando questo tempo concentrandoci su progetti futuri. Appena possibile torneremo in tour».

Ci sono in cantiere vostri nuovi lavori?
M.: «Abbiamo finito di scrivere il nostro nuovo Ep e saremo in studio a febbraio».

 

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Categorie: Musica

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