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9 Novembre 2020

Dentro alle elezioni Usa, per capire il nostro futuro

Negli ultimi mesi la rassegna Tu Vuo’ Fa’ L’Americano ha seguito la campagna elettorale per la Casa Bianca, immaginando anche una candidata torinese

Noemi Casale

Disegno Statua della Libertà in rosa - Tu Vuo' Fa' L'Americano

Tu Vuo’ Fa’ L’Americano ha immaginato una candidata torinese alla Casa Bianca

Ogni quattro anni, nel martedì dopo il primo lunedì di novembre le elezioni negli Stati Uniti tengono fissi i riflettori sul paese più potente del mondo. Dopo alcuni giorni di incertezza – con lo spoglio delle schede reso più lungo dal conteggio dei voti arrivati per posta, mai così tanti probabilmente per paura della pandemia – ha prevalso il candidato democratico Joe Biden, eletto insieme alla sua Vice Presidente Kamala Harris, la prima donna (oltretutto figlia di immigrati) a coprire tale carica nella storia degli Stati Uniti.

Negli scorsi mesi a Torino il percorso elettorale in Usa è stato seguito dal progetto Tu Vuo’ Fa’ L’americano, un evento ricco di dibattiti e workshop con appuntamenti in presenza e digitali che hanno permesso un confronto attivo su temi anche sensibili e controversi, legati agli Usa ma non solo.
L’iniziativa – nata dalla collaborazione tra la Fondazione Compagnia di San Paolo, il Polo del ‘900 e realtà come YouTrend, Visionary Days, Club Silencio e l’Associazione Rete Case di Quartiere – parte dall’idea che in un mondo globalizzato anche un evento come l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti possa avere ripercussioni sulla nostra vita, se pensiamo che le decisioni prese dai leader mondiali ad esempio sui temi dell’ambiente e della sanità hanno conseguenze su tutto il pianeta.

Uno degli incontri in calendario si intitolava Come un dibattito a Torino può provocare un uragano nelle elezioni americane e partiva da una provocazione: cosa succederebbe se una torinese si candidasse alla Casa Bianca? Quali sarebbero i punti del suo programma e cosa vorrebbero gli abitanti di Torino dal futuro presidente degli Stati Uniti?
Un dibattito sotto forma di spettacolo ha portato così la candidata Jennifer Benato e il suo vice Antonio Miller a costruire un programma elettorale nel corso di diversi incontri, accogliendo le proposte delle diverse realtà associative della città e concentrandosi sui temi della sanità e dell’ambiente. Un escamotage, quello di costruire una campagna presidenziale, che ha permesso di aprire la discussione su temi importanti.

Alcune delle riflessioni e delle conclusioni a cui si è giunti nel corso dell’intera rassegna sono raccolte sul canale YouTube del Polo del ‘900 e sono importanti spunti anche per un dibattito europeo: bisogna imparare a camminare sulle proprie gambe una volta per tutte, senza dipendere troppo gli Stati Uniti dal punto di vista politico e militare. Gli Usa stanno diventando un paese formato in maggioranza da minoranze e la percentuale di statunitensi con rapporti familiari e personali con altri paesi e regioni del pianeta aumenta sempre più, così come l’interconnessione tra le decisioni che vengono prese da un lato all’altro del mondo.

 

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Categorie: Cultura, Intercultura

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