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24 Novembre 2020

Il teatro per costruire una realtà consapevole

L’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona è un progetto del regista Gabriele Vacis rivolto soprattutto alle fasce deboli della società

Noemi Casale

Persone a lezione di teatro

L’Istituto creato da Gabriele Vacis organizza attività e laboratori

Il teatro nasce con due funzioni principali: una è la socialità, l’altra è l’attenzione alla persona, in una concezione in cui il corpo e la mente si incontrano in un’unica dimensione. Dall’inizio del ‘900 si sono affinate pratiche affinché lo stare in scena significhi essere consapevoli della propria presenza, essere presenti a se stessi e agli altri, nel tempo e nello spazio. Un’esperienza che serve agli attori per il loro lavoro, ma può essere utile a tutti.

Da questo proposito è nato nel 2017 l’Istituto di Pratiche Teatrali per la Cura della Persona, un progetto di Gabriele Vacis (uno dei più importanti registi di teatro italiani), Roberto Tarasco e Barbara Bonriposi diventato un dipartimento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale grazie al sostegno della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo. Considerato anche dal Ministero per i beni e le attività culturali quale progetto pilota a livello nazionale, l’Istituto si spende ogni giorno per il benessere di studenticittadini, ma  soprattutto migranti e persone disabili, proponendo una moltitudine di iniziative e laboratori.

Gli strumenti principalmente utilizzati per le varie attività sono due: la cosiddetta “Schiera” e il video colloquio. La prima è un metodo di allenamento all’attenzione che si svolge in ambiente in cui tutto può avere luogo e il cui obiettivo è creare una relazione consapevole con gli altri, riflettendo sullo spazio e sulle connessioni. Durante un video colloquio, invece, si pongono delle domande le cui risposte, a differenza delle interviste, non contengono opinioni bensì storie, con il fine ultimo di ricostruire la realtà che ci circonda.

«Uno tra i più grossi obiettivi che abbiamo raggiunto – ci racconta Gabriele Vacis – è stato quello di vedere alcune persone che da pazienti, e quindi fruitori del progetto proposto dall’Istituto, sono diventati operatori. Il lavoro presso il Centro Polifunzionale della Croce Rossa Fenoglio e il Centro di Salute Mentale di Settimo Torinese, i laboratori nelle scuole di tutta Italia, sono tutte realtà in cui l’esperienza con l’Istituto ha fatto la differenza».

Ora, con il lockdown, non ci sono attività in presenza, ma il lavoro non si ferma: «L’iniziativa principale che stiamo portando avanti in questo momento – continua Vacis – è il progetto Bella presenza, che facciamo su Firenze, Arezzo, Napoli e Torino. Si tratta di video colloqui online con una serie di interlocutori che raccontano la condizione di vita di questo periodo, come mutano le nostre abitudini, i nostri modi di fare».

La realtà in cui stiamo viviamo sembra sospesa, invece è in continuo mutamento. E proprio il lavoro di realtà come quella dell’Istituto di Pratiche teatrali per la Cura della Persona è fondamentale per non perdere consapevolezza e mantenere alta l’attenzione sulle relazioni, che hanno un costante bisogno di essere nutrite.
Si sta concludendo il quarto anno di attività di questo progetto e l’augurio è che possa continuare a raccontare storie, incontrare persone e costruire una realtà cosciente e attenta.

 

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Categorie: Cultura

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