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14 Dicembre 2020

Il panettone piemontese: una golosa storia d’amore

Se ai milanesi è attribuita l’invenzione della ricetta, a un pasticcere di Pinerolo si deve la variante regionale, prodotta per la prima volta nel 1922

Vincenza Di Lecce

Antiche cartoline panettone Galup

Il panettone Galup è nato nel 1922

Da nord a sud, il panettone è il dolce di Natale per eccellenza. Protagonista ogni anno di un duello all’ultima fetta con il suo rivale pandoro, resta l’ospite indiscusso in milioni di case italiane.
Quello che non tutti sanno è che, ormai considerato un classico dell’alta pasticceria regionale, il panettone piemontese si è contrapposto da subito a quello tradizionale, diventandone una golosa variante.

UNA STORIA LUNGA…
Mentre a Milano Angelo Motta introduceva il pirottino e il lievito che rendevano unico e ancora più soffice il dolce natalizio lombardo, nel vicino Piemonte accadeva qualcosa che rivoluzionava la ricetta e ne faceva una nuova versione, destinata a essere intramontabile almeno quanto quella tradizionale.
Siamo nella prima metà del Novecento, per la precisione nel 1922. In quell’anno a Pinerolo il panettone alla piemontese viene inventato alla Galup, nuova azienda dolciaria. Al suo fondatore Pietro Ferrua, è attribuita l’intuizione di aver rielaborato l’antica tradizione lombarda. Un’innovazione che negli anni si è rivelata brillante e gustosa.
Da dove deriva il nome Galup? La leggenda narra che la moglie di Ferrua, Regina, sente un amico assaggiare il dolce ed esclamare in dialetto “A l’è propri galup” (“È proprio goloso”) consigliando al marito di chiamare così la sua pasticceria, che nel 1937 conquista il titolo di Fornitore della Real Casa.

…E GOLOSA
Com’è il panettone creato da Pietro Ferrua? Basso e ricoperto di glassa di nocciole piemontesi. L’impasto è fatto lievitare lentamente, in maniera naturale, solo con lievito madre rinfrescato ogni giorno con acqua e farina. Le materie prime sono di qualità: nocciole Piemonte Igp, uova di galline allevate a terra, farina di grano selezionato, latte fresco, burro tradizionale e frutta candita naturalmente solo con zucchero.
La ricetta è rimasta autentica e originale nel tempo, pur con la necessità di soddisfare le più svariate richieste del mercato: dalla linea senza zucchero a quella integrale, dalla variante senza glutine a quella priva di lattosio.
Una lunga storia di amore e passione. E un Natale, quello di quest’anno, di cui possiamo assaporare le tradizioni e i gusti. Nonostante tutto.

 

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Categorie: Cultura

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