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18 Dicembre 2020

“Siamo matte, se vi pare”: quando la malattia mentale è donna

Due giornalisti hanno raccolto otto storie in un volume che si inserisce in una rassegna su disagio psichico e questione di genere

Vincenza Di Lecce

Copertina del libro "Siamo matte, se vi pare"

La copertina del libro

Per dirla alla Pirandello, Siamo matte, se vi pare : è così che Katia Dell’Eva e Jacopo Tomasi, giornalisti, hanno intitolato il loro libro che racconta la malattia mentale attraverso otto storie di altrettante donne trentine.
Il testo, edito da Erickson, si inserisce nella rassegna Le 180 etichette del sé, promossa dall’associazione Andromeda e dedicata al tema della questione di genere legata al disagio psichico: se spesso infatti si guarda a questo ambito con sospetto e timore, quando riguarda una donna il pregiudizio si fa ancora più palese.

LE STORIE
Ida, Piera, Laura, Valentina, Antonia, Bianca, Adjowa, Carmen sono i nomi delle 8 donne protagoniste del testo, che danno sì voce a utenti dei servizi di salute mentale, ma anche a operatrici, madri, amiche, parenti e conviventi di persone con disagio psichico.
Le diverse figure femminili diventano una lente attraverso cui guardare la malattia mentale. Il libro ripercorre infatti la storia delle strutture che si sono occupate del tema in Trentino attraverso il materiale d’archivio dell’ospedale psichiatrico di Pergine e con le parole e le testimonianze di chi quel disagio l’ha vissuto e lo vive sulla propria pelle. Anche (e soprattutto) nei casi di donne internate, rinchiuse, nascoste, rimosse dalle vite dei propri famigliari.
Cosa significava ieri e cosa significa oggi essere considerate “matte”? Le otto protagoniste «sono donne – racconta Katia Dell’Eva – che hanno la volontà e la forza di andare oltre la loro malattia». Una volontà che sfocia nel tentare di aiutare gli altri: «Come nel caso di Valentina – continua – bidella che, lavorando con i ragazzi, si accorge a volte che alcuni di loro potrebbero avere delle difficoltà, anche solo di interazione. Difficoltà che lei riesce a riconoscere prima degli altri».

MALATTIA È CONSAPEVOLEZZA
Si tratta innanzitutto di donne consapevoli: «Non solo della propria malattia – spiega Katia Dell’Eva – ma anche del duro percorso che devono intraprendere per trasmettere il significato di questa malattia agli altri». Per liberarsi dalle etichette e dai pregiudizi.
Quella di Valentina è la storia di una donna giovane e bipolare, con un vissuto difficile: «La sua testimonianza – racconta l’autrice – ha ribaltato le posizioni, mi ha permesso di immedesimarmi e di riflettere». Valentina spiega, tra le altre cose, che anche un fatto apparentemente banale come un appuntamento con un uomo può a volte rivelarsi complicato: «Mi chiedeva – spiega Dell’Eva – “ma tu come reagiresti se io uscissi con te e ti dicessi ‘ho una malattia psichiatrica’?”. Effettivamente non è semplice neanche questo aspetto. E mi ha colpito perché lei lo sa ed è molto consapevole di sé stessa». È la stessa Valentina, infatti, a raccontare che una sua amica, vedendola star male per le medicine (all’inizio trovare il dosaggio giusto non è così semplice), le consigliava di non prenderle. Una persona darebbe mai un consiglio simile a un diabetico?

IL PREGIUDIZIO
La malattia mentale è una malattia come tante altre: «Il problema è che abbiamo tutti un pregiudizio – spiega Katia Dell’Eva – anche chi crede di non averlo. È complesso riuscire a smantellare completamente l’etichetta legata al disagio psichico».
Da qui nasce il bisogno impellente di parlare di salute mentale: a scuola, in famiglia, ovunque ci sia la possibilità di rivolgersi ai più giovani, di far capire loro che un disturbo psichiatrico non va relegato ai margini della società. «Il malato psichiatrico – conclude la giornalista – è più vicino a noi di quanto pensiamo: basti pensare che la depressione è oggi una delle malattie più diffuse».
Una malattia che potrebbe piombare nella vita di chiunque e con cui bisogna imparare a fare i conti. Un po’come ha fatto Laura, studentessa universitaria che racconta come all’improvviso si sia trovata ad affrontare lo strano mondo dei “matti”.
Otto storie contro gli stereotipi. Che, alla fine, fanno pensare: chi sono i veri matti?

 

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Categorie: Cultura

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